E dopo l'Avv. abbiamo anche il dottore, che mi piace pensare chirurgo... operazioni chirurgiche! :-) D'ingegneri ne abbiamo piu' di uno, il commercialista pure, imprenditori idem, ci manca un architetto, un notaio, e poi siamo a posto :-P
Ecco qua il racconto dell'Allegro chirurgo, ben scritto e molto "simpatico", strappa piu' di un sorriso: gli scritti goliardici insieme a quelli introspettivi sono i miei preferiti.
Ormai da qualche tempo seguo con piacere l’ottimo
blog del Dr. Spina; ora mi è persino venuta voglia di contribuire con un
raccontino piuttosto singolare, almeno per il sottoscritto.
Non posso vantare
grandi esperienze in zona pay, ma posso dire che qualche volta mi è capitato di
combinare qualcosa extra-talamo e, in alcuni casi, dovendo lasciare un
simpatico obolo.
L'episodio del racconto è successo due estati fa, mentre ero
ad un congresso in una graziosa località del Sud, e ha davvero rischiato di
minare la mia autostima, sia come essere pensante, sia come animale trombante.
A proposito, credo ci sia in giro la strana convinzione che i congressi dei
medici siano l’occasione per orge sfrenate: boh, io ricordo grandi mangiate,
belle bevute, chiacchierate di circostanza, qualche litigata e ...più o meno
zero scopate. Forse devo scalare la gerarchia ancora un po’.
Nel caso in
questione, la rottura di coglioni tra una sessione e l’altra e, perché no?,
delle sessioni stesse mi spinge a fare amicizia con una ragazza del catering.
20-25 anni, 1.65, fisico decente: poco seno, magra, con il culo solo vagamente abbondante.
Punti forti: un gran bel viso mediterraneo, pelle ambrata e una certa tendenza
alla battuta con doppi sensi. Vi risparmio le cazzate di pura conversazione
(fai l’università? ti trovi bene a lavorare qui?); con una certa spontaneità
nasce l’idea di una cena insieme, quindi verso sera mando cortesemente a cagare
i colleghi e la raggiungo in un ristorantino.
Vestita come si conviene a una
simpatica ventenne in tiro, fa ancora più effetto e l’idea di “spiedinarla”
(copyright di un mio amico), già affacciatasi nel mio cervello durante la
giornata, inizia a martellarmi. Noto una certa complicità durante la cena, che
diventa decisamente più intima quando ci fermiamo su un sentiero piuttosto
tranquillo uscendo dal locale. Credo che nemmeno al liceo mi sia capitato di
avere la cerniera sbottonata e l’uccello nelle mani della fanciulla tanto
rapidamente e alla prima uscita. In questo caso, alle mani è presto subentrata
la bocca, ...ma solo per un assaggio.
La gran “signora”, infatti, fornisce un
paio di leccate, si rialza, mi stampa un gran bacio e con sguardo misto
porco-supplichevole mi dice: “Se continuiamo, poi mi aiuti?”. A un’indagine più
attenta, si scopre che l’aiuto richiesto non consiste nel sollevare mobili o
spiegare un paio di formule, ma in un prosaico omaggio di 70 Euro. Forse le sarebbe
stata bene una sberla e un’occhiataccia al congresso il mattino dopo, ma il
pisello mi guida mentre il cervello va in standby, quindi finiamo nel suo
appartamentino.
Sono abbastanza convinto di punirla per benino e farle sudare
il regalino, oltre alla cena (si sa, noi galantuomini...). Il problema è che la
tipa si rivela una semi-ninfomane come forse nemmeno nelle fanta-orge dei
locali tedeschi di cui leggo spesso e volentieri in questa sede. Il pompino
sbrodoloso (a me molto gradito) è solo l’inizio: io la tamburo con una certa
spinta e lei continua a dirmi frasi tipo “Ma che sei moscio?” (testuale, garantisco).
Ora, ormai la soglia dei 40 è alle porte e gli addominali scolpiti li vedo solo
nelle vecchie foto, ma sono anche un ex nuotatore porca troia (lei!) e normalmente
mi difendo benino. Apice dell’umiliazione quando la fanciulla si stacca, prende
un gel lubrificante e se esce con: “Per il culo sono 50 (poco? tanto? Ai più
esperti il giudizio) e vediamo se vai un po’ meglio”. Non era una proposta, era
un’affermazione. I miei contanti rimasti nel portafogli erano 70 (quei ricconi dei
medici...), 50 dei quali vengono immediatamente bonificati alla hostess/studentessa/troia.
Lì cerco di dare il meglio, ossia il peggio, di me e sento che la nostra arrogantella
ninfomane parla un po’ di meno e ansima un po’ di più. Dopo un po’ di bei
colpetti, verso anche il mio tributo di sperma (rigorosamente nel guanto, almeno
quello). Cosa mi dice la grandissima ...hostess dopo che ci siamo ricomposti? “Bravo
e veloce. Te lo faccio un caffè prima che te ne vai?”, con carezza. Ah, l’ospitalità
del Sud...
Il mattino dopo, al centro congressi, le do con grandissima
discrezione e signorilissima indifferenza una pacca sul culo, sperando di farla
sussultare almeno un po’. Lei non fa una piega e io mi chiedo: “A quanti
congressi va a fare il catering questa?”.