sabato 16 maggio 2020

THAI 5 - DAY 9 - CADAVERI AMBULANTI E SCELTE LEALI by Enving

Apro gli occhi sul presto e lei è ovviamente già sveglia ed è come se mi stesse aspettando. Vado in bagno a darmi una sistemata e quando torno ripartiamo esattamente come avevamo finito qualche ora prima. La scopata è un remake dell’altra, con la differenza che adesso c’è luce naturale che entra dalla grossa tenda che copre l’enorme vetrata. La camera affaccia sul retro della struttura, quindi non c’è alcun pericolo di essere visti. Scosto un po’ la tenda per fare entrare luce e vedere bene alla luce naturale questa ragazza. Sul ventre vedo la grossa cicatrice del parto che avevo già notato al buio la sera prima, ma vista così è impressionante. Sarà che è fresca di circa un anno o poco più ma mi fa davvero un po’ impressione. Mi chiedo se uno squarcio di quel tipo lo abbia fatta un medico, un macellaio o veterinario, ma non è dato saperlo. Sicuramente mi pare uno sbrego esagerato per un parto, ma paese che, vai usanza che trovi. Non me ne curo troppo e mi godo la scopata.
Noto una volta di più che lei è davvero animalesca nel modo di fare e puramente istintiva. Non c’è razionalità, ma puro istinto primordiale. Il fatto di non riuscire a comunicare amplifica la sensazione. La cosa mi piace, è un’esperienza surreale che non avevo mai fatto. Lei si lascia fare qualsiasi cosa e segue qualsiasi mia richiesta o indicazione. Se le chiedessi di pulirmi la stanza perché la cosa mi eccita, lo farebbe senz’altro. Più che altro sarebbe meglio dire che interpreta come riesce le mie richieste. Ma ne esce una gran bella scopata di nuovo. Apro la porta dell’armadio che ha un grosso specchio e mi godo lo spettacolo. Lei non se ne accorge subito e vedendosi per un attimo si vergogna, ma si lascia andare e non se ne cura. La metto a pecora a bordo letto con una gamba per terra e l’altra piegata sopra il lenzuolo. Mi metto dietro e inizio a darci con ritmo. La posizione è perfetta e sembra studiata apposta per le nostre geometrie fisiche. L’altezza e le distanze sono giuste, nessuno deve fare sforzi di alcun tipo per incastrarsi così. La visuale dallo specchio è frontale mentre io la vedo da dietro, insomma un totale di 360 gradi che rendono perfetto quel momento. Ho un’eccitazione molto elevata e sento che ci siamo quasi. Lei ansima regolarmente in modo cadenzato e non ho motivo di credere che una così abbia volontà o capacità di fingere, stonerebbe parecchio con il tipo di persona. Lascio da parte i miei ulteriori propositi porcelli e vengo dentro in quella posizione, mentre do le ultime spinte profonde. L’orgasmo è imperioso e rimango qualche istante così a godermi il momento. Mi sento pienamente soddisfatto e sono felice di quella notte. Tutto è andato bene e sinceramente qualche rischio c’era. 
Mi faccio la doccia e mi metto il costume, preparandomi alla spiaggia. Lei si lava e si riveste, ovviamente senza dire mezza parola. Mi accorgo prima di uscire dalla stanza che non ho lo scooter perché il Londinese lo ha tenuto la sera prima. Non aveva caricato nulla ed era uscito di buon mattino a salutare una sua collega cinquantenne che era in vacanza a qualche km da lì, pura coincidenza scoperta tramite i social. Essendo appiedato propongo ad Atii di accompagnarla a piedi, tanto la distanza che separa la struttura dal baretto è davvero limitata, saranno si e no 500 metri. È contenta che la accompagni e ci avviamo lungo la strada. Non parliamo anche perché non ne avremmo il modo. Arrivati in zona il suo bar è deserto, ma con il vocale mi dice che a breve passeranno a prenderla per portarla a casa. La saluto e sicuramente ci rincontreremo perché sud di Phuket è piccolo e i giri sono più o meno sempre quelli. 
Il Londinese arriva presto in hotel e ripartiamo subito alla volta della spiaggia. Oggi non mi sento molto in forma perché ho dormito poco e Atii è stata impegnativa, mi ha fatto riposare poco stanotte. Inoltre fa un caldo davvero notevole e le mie scottature mi impediscono di stare troppo al sole. Io e Londinese iniziamo a parlare dei nostri soliti discorsi riguardo la possibilità di vivere di rendita e smettere di lavorare intorno ai quarant’anni. Iniziammo a parlare di ciò durante la prima nostra prima vacanza lì insieme e man mano che proseguono gli anni la possibilità si fa sempre meno utopica e più possibile. Chiaramente ci sono diverse incognite da tener presenti, prima di tutte quella di non fare famiglia e dover sempre e solo pensare a sé stessi. Non mi dilungo a riguardo perché si aprirebbe un vasto capitolo off topic.
Dopo il riposino pomeridiano in hotel,  mi sveglia un tuono fortissimo verso le 17.30 e mi accorgo che sta per scendere il pandemonio. Quindi mi vesto più in fretta che posso e salto sullo scooter. Arrivo in spiaggia al pelo e recupero il Londinese che già ipotizzava scenari catastrofici. Joe e il Ligure vanno a fare la spesa per la cena per poi raggiungerci al solito baretto, mentre noi iniziamo ad avviarci, tanto sono meno di 2 km. 
Arrivati al bar noto con dispiacere che la ragazza che mi piace non è presente quest’oggi. Davvero un peccato, l’avrei forse prenotata per la nottata se ci fosse stato buon feeling. Ordiniamo da bere e giochiamo a biliardo dove, guarda caso, demolisco il Londinese. Inizia a piovere fortissimo e il Ligure mi avvisa al telefono che ci aspettano a casa alle 20 per cena perché piove troppo e non riescono a raggiungerci al bar. Io e Londinese siamo bloccati nel baretto e le tipe ci perculano simpaticamente per questo stallo. Beviamo ancora e scherziamo un po’ con loro, ma senza offrire niente perché faticavo a trovarne una decente tra tutte le 7 o 8 che c’erano. Passata un’ora a bere e sfondarci di alcool, decidiamo che è ora di andare anche se la pioggia non solo non ha smesso, anzi sembra aumentata. La distanza non è enorme, ma dobbiamo passare a prendere le birre e arriveremmo bagnati lerci a casa loro. Scatta la proposta ignorante e decidiamo di “rubare“ le mantelline delle tipe sul retro del baretto. Quando sono arrivato, avevo parcheggiato sul retro sotto una tettoia abbandonata e ho notato la porta del retro aperta. Su un mobiletto in bella mostra c’erano alcune mantelline antipioggia. Andiamo quindi sul retro, ce le infiliamo velocissimi e usciamo a tutto gas sulla strada mentre le ragazze ci vedono con le lorto mantelline colorate e ci urlano dietro. Troppo tardi, siamo già sulla via del Family Mart e il colpo del secolo è già riuscito. 
Il Londinese prende 5 birre da 66 cl e ci avviamo verso la casa dei nostri amici. L’ottima cena servita dal magistrale Joe è già sul tavolo e mangiamo davvero bene con grande appetito.  Io e Londinese passiamo in hotel a cambiarci e per l’una ci presentiamo ai baretti del LC. Visto che Joe e Ligure sono in arrivo, li aspettiamo al baretto della ragazza del Ligure. Appena arriviamo vedo subito Atii che si affanna dietro il bancone e quando mi vede mi fa un sorriso che più largo di così non l’avevo mai visto. Le sorrido di rimando e ordino da bere all’altra barista che comprende bene l’inglese. Arrivano i nostri amici e iniziamo a bere molto pesantemente, alternando il tutto con brindisi e partite a biliardo. Mi sento felice e mi faccio un sacco di risate. 
Atii nel frattempo è stata accompagnata a casa a cambiarsi per la serata e dietro il bancone non c’è più. Arriva il conto che è nuovamente forfettario, ma paghiamo intorno ai 400 baht a testa. Considerando che tra Coca-Jack e Long Island me ne sono bevuti almeno 4, direi che stiamo pagando decisamente poco. Sono passate le 2 da poco e ci vogliamo dirigere come al solito al LC, l’unico locale degno di menzione in quella zona a partire dall’ora in cui i baretti chiudono.
È domenica, l’annata lì è tutt’altro che esaltante, sinceramente non mi aspetto niente di che da questa serata. Entriamo tra i primi per valutare la situazione con il vantaggio del tempo e della posizione, ma da valutare c’è ben poco. Dopo mezz’ora un po’ inizia a riempirsi, ma c’è sempre poca quantità e soprattutto scarsa qualità complessiva. Ad un certo punto arriva una bella manza dal baretto dell’europeo, sempre situato nel complesso del LC. È decisamente una spanna sopra tutte le altre e tutti gli avventori se ne accorgono. La tipa si mette a ballare in mezzo alla pista completamente da sola e si guarda intorno fissando sistematicamente tutti i farang del locale. È come se si fosse messa in testa un’enorme insegna con scritto “sono qui, pigliatemi prima che lo facciano altri, sto cercando un cliente alla veloce”. Quella tipa mi attizza assai e me la porterei a casa molto volentieri, infatti valuto seriamente la cosa. Ho intenzione di finire la birra e poi andarla a pescare al volo, ma una cosa rapida e indolore, del tipo essere nel letto con lei entro massimo 15 minuti da quando le rivolgerò la parola. 
E invece non avviene niente di tutto ciò perché arriva Atii e mi si incolla. Ma nel vero senso della parola. Mi si appende al collo e non mi molla. È carina come la sera prima, ma sinceramente a me stasera non va di caricarla. Non so bene perché, ma non vorrei ricaricarmela due sere di fila. Provo a spiegarle che voglio dormire da solo, ma le evidenti difficoltà comunicative tra noi non permettono al messaggio di arrivare. Chiedo allora alla fidanzata del Ligure di intercedere per me e lei mi guarda severamente. Prima di parlarle mi spiega che sto facendo una cosa davvero brutta e che Atii ci rimarrà malissimo. Lo so bene e me ne dispiace molto, ma non sento la volontà di trascorrere con lei la notte, e non devo certo giustificarmi con chicchessia. Sono intransigente a riguardo e la tipa lo spiega ad Atii. Lei mi guarda delusa ed effettivamente ci rimane molto male. Le faccio dire ulteriormente che è liberissima di andare con chi vuole che io non ci rimarrò male e questo la fa stare ancora peggio. Si mette a piangere e parte una tragedia greca di quelle teatrali. La consolano due amiche, ma il pianto non si arresta. Il tutto avviene a mezzo metro da me, ma non mi sento colpevole più di tanto. Potrei diventare colpevolissimo quando la topina in cerca di clienti mi si avvicina e viene a parlarmi direttamente al tavolo dove sono appoggiato. 
Due velocissime chiacchiere e capisco al volo che ci avevo visto giusto su quella tipa, vuole un cliente e lo vuole alla svelta. Lì per lì devo prendere una grossa decisione. Onestamente me la vorrei scopare eccome, è davvero carina, ma non mi sento di fare uno sgarro simile ad Atii. È lì dietro di me ancora in lacrime, questa infamata sarebbe davvero troppo. Faccio un respiro e uno sforzo sovraumano dicendo alla tipa che stasera sono già “fidanzato” e che me la sarei davvero portata volentieri in hotel un’altra sera. Mi dice che va bene e di passare al bar la sera successiva che avremmo potuto bere qualcosa e combinare senza problemi. A quel punto si allontana e io valuto la situazione: in pista c’è molto poco e sono stato costretto a respingere la miglior occasione del locale in nome della mia correttezza nei confronti di una povera ragazzina in lacrime dietro di me. Che senso ha restare lì? Cosa sto a fare? Ho rimbalzato la migliore per forze di causa maggiore, per la figa lì dentro quella sera lì io ho sicuramente chiuso. Certo potrei stare per bere e ballare, ma ormai non sono dell’umore giusto per farlo. Mi definisco un apatico e un cinico, ma ho rispetto per i sentimenti umani e quella ragazza non meritava di vedere una scena così. Ne parlo con Londinese e di dice d’accordo con me. Intervengono gli altri e mi consigliano tutti di riprendermi Atii stanotte perchè, a quel punto, l’avrei portata via probabilmente anche gratis. Sinceramente non mi va di riprenderla per i motivi già esposti, non è mai stata una questione di soldi. Alle 3 e mezza usciamo tutti dal locale. Ligure con signora al seguito, io, Londinese e Joe da soli. Ci salutiamo e prendiamo direzioni diverse. 
Gli altri vanno a casa, Londinese va a farsi un kebab a 50 metri da lì e io vado a recuperare lo scooter. Mentre lo tolgo dal cavalletto sento arrivare Atii. Non sta più piangendo ed è venuta fuori a salutarmi o, più probabilmente, a controllare che fossi effettivamente da solo sulla via di casa. Stiamo lì insieme accoccolati in silenzio per una decina di minuti. Non ci diciamo assolutamente nulla, stiamo semplicemente abbracciati e ci facciamo qualche coccola, con quale innocente bacio a stampo. Io capisco sinceramente la sua reazione e spero lei capisca la mia decisione. Se non capirà non è un problema mio, penso di essere stato fin troppo corretto. Mi trattengo ancora qualche minuto lì con lei, ci salutiamo con un bacio e lei si incammina verso un mototaxi, io verso casa.
Arrivato in stanza mi butto sul letto a ripensare alla decisione di non portarmela lì di nuovo. Non so perché io lo abbia fatto, ma sentivo il bisogno e il desiderio di non farlo e non mi pento sia andata così. A volte le ragioni umane sono incomprensibili e penso questo sia uno di quei casi. Mi addormento che è molto tardi e sono pronto per quella che sarà la mia ultima giornata a Sud di Phuket. 
Quest’anno è stato complicato lì dal punto di vista della figa, ma mancano ancora 24 ore e mi voglio far valere per quanto possibile. Nelle ultime quattro notti, ben tre le ho dormire da solo e non mi era mai successo in Thailandia nulla di simile. Avevo messo in conto di voler fare 15 long time su 15 notti, quindi è doppiamente inaudito quello che è (o per meglio dire “non è”) accaduto. 
Ma la Thailandia è così, totalmente imprevedibile. Tu pianifichi e ti metti nelle condizioni migliori per far sì che tutto rispetti i piani, ma poi accade l’esatto contrario. Amo anche questo aspetto di questo straordinario paese.

giovedì 14 maggio 2020

THAI 5 DI ENVING - DAY 8 - ESIGENZE INDIFFERIBILI E CONTATTI PRIMORDIALI - by ENVING

Il mattino successivo le dinamiche sono identiche al giorno prima. Stessa sveglia e stessa colazione, ma stavolta porto appresso il rancore per la Caporetto della sera prima. In spiaggia ci becchiamo con Joe e il Ligure e ci ragguagliamo sulla sera prima. Il Londinese racconta della sua scopata e il Ligure della sua non scopata. La tizia era ubriaca fradicia e non è riuscito a chiavarsela. In mattinata lei versava ancora in postumi e lui ha deciso di lasciarla perdere. Tuttavia si sono scambiati i contatti perché incredibilmente c’è stato feeling ed entrambi vogliono riprovarci da sobri un’altra volta.
La giornata non merita descrizione poiché facciamo le stesse identiche cose del giorno prima, pranzo incluso nello stesso posto. L’unica differenza è la mia voglia di sborrare che dopo pranzo arriva letteralmente alle stelle. Non sborro da qualcosa come SESSANTA ORE e per essere in Thailandia è un’eternità. Oltretutto in quella spiaggia ci sono una quantità di superfighe russe da paura. E quando dico superfighe intendo esattamente quello. Sono come le modelle che si vedono sui social network. Tutte tra i 20 e i 30 anni, fisicamente perfette, ma accompagnate da bestioni russi con i quali non andrei ad attaccarmi se non in casi estremi. Alcune sono al seguito di qualche panzone ultrasessantenne sicuramente sfondato di grana. È un bel vedere e nulla più perché quelle sono totalmente inarrivabili. È come andare nel principato di Monaco a vedere le Bugatti Chiron parcheggiate davanti all’hotel de Paris : sono stupende, ma non te le potrai mai permettere. Però queste russe hanno comunque la loro funzione: mi fanno venire il cazzo durissimo. 
Alle 17 si rannuvola e io decido che ne ho abbastanza, devo sborrare a tutti i costi. Il Londinese rimane con loro in spiaggia e io, in sella allo scooter, vado a cercare qualcosa di opportuno alla mia impellente necessità. So dove dirigermi e quali sono i tre o quattro posti che possono fare al caso mio. Faccio qualche vasca in scooter su stradine con baretti e centri massaggi fermandomi davanti a quelli che mi sembrano un attimo più qualitativi. Non spengo neanche lo scooter: guardo all’interno, scambio qualche battuta e poi riparto. Faccio così con quattro o cinque posti, tutti distanti appena qualche minuto di scooter l’uno dall’altro. Alla fine, in un centro massaggi mai testato, trovo una che fa al caso mio. Parcheggio lo scooter e mi presento pimpante sulla veranda. La tizia che avevo addocchiato mi accompagna dentro e mentre mi accingo a salire le scale mi fa presente che lei quel giorno non è li per lavorare. La guardo perplesso e avanzo qualche rimostranza, ma lei mi fa chiaramente intendere che quel giorno non è in condizioni adatte per lavorare. Alla fine suppongo abbia le mestruazioni o qualche altra problematica fisica o di salute, perché mi è sembrata dispiaciuta ma irremovibile. Mi viene quindi assegnata una d’ufficio e non è davvero niente di che. 
Non ricordo neanche come si chiama, ma sarà sui 35 anni, fisicamente una delle tante e di faccia altrettanto anonima. Mi conduce al piano superiore dove c’è l’immancabile materasso sottile buttato per terra e coperto solo da una tenda. Mentre lei si assenta qualche minuto, io mi spoglio e mi butto su quel materasso. Il loculo sarò 3 metri per uno e mezzo e ci sono un ventilatore e uno speaker che diffonde musica thailandese. La tizia arriva e io sono impaziente di cominciare. Il finto massaggio inizia ed è piuttosto valido. Direi insospettabilmente valido. La ragazza è molto delicata ma sa chiaramente quello che fa. Si muove con disinvoltura e mi regala minuti apprezzabili. La cosa si protrae a lungo e mi viene per un attimo il dubbio che possa addirittura terminare lì. Poi guardo in che cazzo di loculo mi sono infilato e capisco che non sia assolutamente possibile. Infatti appena mi giro supino a cazzo duro, la tizia mi guarda come per dire “e ora come proseguiamo?”. Troviamo l’accordo per una pompa a 1000 baht, incluso di massaggio. Onestamente la tizia non è bella, però mi pare alla mano e a suo agio, quindi una chance glie la do. A proposito di mano, per la sega mi ha proposto 700 baht, ma farmi fare una sega mi pare un po’ limitante e per 9 euro in più son ben lieto di farmelo succhiare.
Parte un pompino molto delicato ma davvero di pregiata fattura. La ragazza deve aver studiato in qualche prestigiosa scuola perché la tecnica è egregia. Si mette a pecora trasversalmente a me e con la mano sinistra lo impugna alla base. Succhia senza muovere la mano e con la bocca è decisa, ma molto delicata al tatto. Con la destra mi massaggia le palle e valuta l’idea di infilarmi uno o più dita nel culo, ma al mio deciso doppio diniego capisce che non sono avvezzo alla pratica. Questa combo di doppia mano e bocca ritmata mi piace assai e sento che non durerò troppo a lungo. Lei oltretutto affonda sempre di più e ne prende in bocca fino a tre quarti. Mi complimento mentalmente per il tutto perché sta uscendo un grandissimo bocchino, assolutamente nella top ten della mia vita. Ne approfitto per allungare le mie viscide mani su quello che offre la casa, ma faccio qualche ravanata base e nulla più perché non è esattamente il corpo dei miei sogni. Dopo quelli che possono essere dieci minuti, sborro copiosamente e lei non ne perde una goccia. Tiene tutto sigillato e continua per qualche interminabile minuto nonostante io abbia ampiamente finito. Quando la allontano lei si stacca e sputa in un fazzoletto. Io starei per alzarmi e rivestirmi, ma lei mi dice che mi può ancora massaggiare. Sono sorpreso ma anche contento dell’offerta e quindi lascio fare. Inizia a massaggiarmi la parte davanti, partendo dai piedi. Sale poi sulle cosce, sulle mani e sulle braccia. Passa poi al torace e alle spalle. Confermo l’ottima sensazione. Mi fa mettere seduto e mi massaggia così collo, testa e spalle e capisco che in un normale centro massaggi deve per forza averci lavorato in passato, se no non si spiega tutta questa competenza. Mi fa sdraiare nuovamente e inizia a strusciarsi. Il cazzo torna vivo e fa capolino dall’asciugamano che per comodità avevo sistemato sopra. Lei lo nota e lo riprende in mano, chiedendomi se voglio il bis. Le chiedo quanti sono i danari da aggiungere per un altro giro e la risposta mi lascia impietrito: niente, lo faccio volentieri per te perché mi piaci e sei proprio tenero e “handsome man”. Mi assicuro nuovamente che sia tutto incluso nei mille e con naturalezza da risposta affermativa. Ovviamente accetto entusiasta e dopo avermi detto altre 10 volte che sono assolutamente handsome, torna a succhiare. Si ripete la scena di prima, ma con più foga e più porcellosità. Affonda molto sul cazzo e tambura le palle con i polpastrelli. È davvero brava a succhiare, ma d’altronde è il suo lavoro. Stavolta vendo cara la pelle perché ci metto abbastanza a sborrare ma, nonostante la mia resistenza per godermelo più a lungo, riesce a strapparmi un’altra clamorosa sborrata. Non è onestamente da tutte il riuscirei a estrarmi due sborrate con solo una pompa di seguito all’altra. Sono un uomo a cui piace trovare la competenza nelle persone, quindi la premierò a mio modo. Non paga di ciò, torna a massaggiarmi e dopo due ore su quel lettino direi che il take care è stato davvero allucinante. Mi rivesto, scendo e sono contento di darle 1100, quindi lascio ben 3 euro di mancia. Signori si nasce. Prima di uscire mi lascia il numero di telefono e mi invita a ripassare nuovamente dal suo centro massaggi per provare una sua collega. Mi dice che se voglio passare lì anche le sue amiche sono brave e sono contente di massaggiare un giovane handsome man from Italy. Il numero di telefono è invece nel caso in cui volessi passare la notte con lei. Lo scrivo sulle note del telefono, ma lo cancello ancora prima di accendere lo scooter. Va bene che è una top pompinara, ma di scoparmela non se ne parla proprio. Penso sia proprio la classica ragazza perfetta per un centro massaggi di quel tipo, ma che sfiguri e perda di sostanza in qualsiasi altro contesto, baretto incluso. 
Torno dai ragazzi che si trovano a giocare a biliardo nello stesso bar del giorno prima. Finito di bere e di giocare ci spostiamo a casa del ligure e ceniamo lì tutti e quattro. Ceneremo lì tutte le sere con Joe ai fornelli perché è davvero un cuoco abilissimo e fa dei piatti molto validi. L’accordo è che noi portiamo le birre per cena e loro mettono casa e vitto. Affare fatto assolutamente, mangiamo da dio in compagnia e spendendo nulla visto che compriamo le birre grandi al 7/11 e con 5 euro a testa facciamo cena di livello! 
Dopo mangiato sento la palpebra calare e mi ritiro un po’ in stanza a pisolare prima di uscire a caccia. Durante la giornata in spiaggia il sole e il vento sono forti e mi mettono addosso soddisfazione, ma anche tanta stanchezza. Riesco a dormire un’oretta abbondante e a mezzanotte e mezza io e il Londinese siamo in sella allo scooter, direzione baretti del LC. Andiamo a bere in quello di proprietà della “fidanzata” del Ligure. 
Apro parentesi: con l’ubriacona dell’altra sera, il Ligure ha intrecciato una vera e propria relazione. Lei ha 37 anni ed è la proprietaria di uno di quei bar. Non è una puttana e non ha mai chiesto mezzo euro al ligure. Durante la nostra permanenza lì, veniva spesso con noi anche in spiaggia o a cenare e anche all’ultimo aggiornamento telefonico con il ligure (adesso che sto scrivendo sono tornato da qualche settimana, ma lui è ancora lì), stanno ancora insieme e lui non si è scopato nessun’altra in un mese e mezzo che è lì. Ma c’è di più: hanno già fatto i documenti per farla venire un mesetto in Italia quest’estate, che razza di sbandata ti sei preso Ligure? Vedremo come finirà. Sta di fatto che sta tipa non è una morta di fame ed è la proprietaria del baretto, ma come detto la sera prima il ligure non se l’era ancora scopata perché lei era ubriaca. Nel suo baretto lavorano altre quattro o cinque ragazze. 
La sera precedente, quella che era con lei mi aveva strizzato l’occhio, ma non l’avevo considerata. Il fatto è che è carina di viso e con le tette grosse, ma di fianchi è larghissima e si vedeva lontano mille kilometri che era molliccia e cadente. Le altre le vedo stasera per la prima volta e non mi impressionano molto. L’unica degna di nota è la barista: giovanissima, forse sui 20 anni. Capelli lunghi e nerissimi raccolti in due trecce. Pelle ambrata e bellezza direi selvaggia. Ci scambiamo qualche sorriso ma nulla di più. Lei sta lavorando e va ai 200km/h. Stasera è sabato, ci sono molti avventori e quindi molto lavoro da fare per loro che sono sotto organico. Stiamo lì a bere e giocare a biliardo e il conto diventa importante perché tra tutti e quattro ci scoliamo almeno 3 o 4 cose a testa, con molteplici shottini offerti dalla casa. Alle 2 quando arriva il conto c’è una simpatica scenetta perché fanno più di 2500 baht. Noi tre iniziamo a invocare il Ligure ad altra voce “LIGURE, LIGURE, LIGUREEEE!”. Lui, davanti alla sua futura fidanzata e reo di averci portato lui a bere in quel bar, non può far altro che aprire il portafoglio e posare 3 bei mille sul bancone! Risate e sfottò generali, ma tutto si conclude simpaticamente perché la sua fidanzata gli fa un forfettario e lui paga di buon grado. Visto che lui e Joe stanno sempre lì per molto tempo, è sensato da parte di lei fidelizzarsi un cliente in questo modo. 
Quando chiudono i baretti poco dopo, ci spostiamo al LC e stasera c’è un po’ più di movimento visto che è sabato. Io provengo da Pattaya e in confronto lì è il vero e proprio inferno ma, considerando la sera precedente, sembra andare un po’ meglio, anche se ci andava davvero poco. Entriamo che la serata è già un pelo lanciata e prendiamo posto sugli sgabelli a bordo bancone. Siamo noi 4 e siamo anche abbastanza ubriachi. Un po’ di fauna c’è già, ma il grosso deve ancora arrivare. Alle 3 arrivano diverse tipe da vari baretti sparsi ovunque a sud di Phuket e in pista 6 o 7 interessanti le vedo stasera. Arriva la futura fidanzata del ligure con appresso tutte quelle del bar, barista inclusa.
Ci presentiamo e mi dice di chiamarsi “Atii” o qualcosa di simile che non capisco. Per forza che non capisco: questa non parla inglese. Ma non intendo dire che lo parla male o poco, intendo che proprio non parla una parola. Non sa dire “thank you” o “please”. Chiedo spiegazioni alla fidanzata del ligure e mi dice che è arrivata giovedì mattina dritta dritta dall’Isaan. È la cugina di una sua ex dipendente e sta a Phuket per la prima volta nella sua vita da complessivi due giorni e mezzo. Anche al bar non sa bene cosa fare e corre ai 200 all’ora per passare bottiglie, portare ghiaccio, lavare bicchieri e mettersi in mostra ai suoi occhi e a quelli delle colleghe. 
Valuto un attimo la cosa e decido di buttarmi nell’avventura. Balliamo e questa si avvinghia pesantemente. Mi stampa un limone selvaggio, dove selvaggio sarà il termine più giusto per qualsiasi cosa. Con Atii inizia un’avventura quantomeno surreale. Non possiamo parlare mezza parola, in nessuna lingua. Si fa fatica anche per le cose più basilari e quando devo andare in bagno si dispera perché ha paura che la pianti lì. Sono il primo potenziale farang della sua vita e ha capito che tra tutti i pezzi di merda che ci sono in Thailandia per andare a scopare puttane, io sono uno di quelli, ma uno come si deve. Uno che non la maltratterà e che le renderà accettabile e forse forse anche piacevole qualcosa di inevitabile: la sua prima notte con un farang. Torno dal bagno e mi pare di vedere uno di quei cuccioli abbandonati in autostrada al guard rail che dopo 2 giorni vede tornare il padrone che lo aveva abbandonato. Mi fa tenerezza e capisco che alla fine questa cosa mi va assolutamente. Balla bene, è scatenata ma anche dolce. Vuole dimostrarmi di essere una buona scelta, ma non sa bene come fare. Io tutte queste cose le capisco dal suo palese linguaggio non verbale e provo profondo rispetto per lei e per l’impegno che ci mette. Infatti mi ha catturato. Mi lascio trasportare e ballo avvinghiato a lei. Mi tiene strettissimo e sudiamo come due animali. Nonostante l’aria condizionata, ci dimeniamo in danze e scenette varie e alla fine mi diverto anche lì dentro. Le do il telefono con la calcolatrice aperta per sapere quanto vuole e la cosa pazzesca è che non sa neanche quanto deve chiedermi. Scrive tre volte dei numeri ma poi li cancella prima che io possa leggerli. Mi sarebbe piaciuto sapere cosa aveva scritto. Alla fine va a chiedere alla fidanzata del ligure e torna con su scritto 1500. Alzo la testa e guardo in faccia la fidanzata del ligure che mi sorride come per dire “eddai su Enving, sei il suo primo farang, vuoi davvero mortificarla o approfittartene?”. Va bene, vada per 1500, lo mettiamo tra gli atti di carità della mia vita. Siamo a sud di Phuket a inizio stagione e qua il Long time si fa a 1000. Ma sticazzi, sono in vacanza e questa avventura non è neanche a metà. 
Usciamo dal locale sul presto e nel mutismo generale ce ne andiamo in stanza. Non ho modo di imbastire mezzo discorso con una che non capisce neanche “how old are you, your age babe”. Arriviamo in stanza e lei viene colta da imbarazzo. Non sa cosa fare. Sicuramente le hanno detto che deve spogliarsi e andare a lavarsi prima di mettersi nel letto, ma la luce è accesa e lei è in preda alla vergogna. L’istinto le dice di saltarmi addosso e limonarmi pesantemente, provando contestualmente con mosse diversive ad avvicinarsi all’interruttore e spegnere la luce. Capisco la situazione e blocco tutto, non voglio renderle l’esperienza difficile. Spengo la luce e la faccio sedere sul divanetto a fianco a me. 
Estraggo il cellulare anziché il cazzo e vado sul traduttore. Il mio intento è quello di impostare un italiano-thai e scambiarci qualche messaggio per metterla più a suo agio e rassicurarla sul fatto che tutto andrà bene. Scrivo un bel messaggio di qualche riga e poi glie lo giro per farla leggere. Fissa lo schermo qualche secondo e poi mi guarda. Non mi risponde e intendo che non abbia capito. Magari ho usato qualche parola difficile o magari non ha tradotto molto sensato visto che la frase era lunga e articolata. Cambio argomento e le scrivo un più basico “quanti anni hai?”, così da sapere la sua età e con che cosa dovrò confrontarmi stanotte. Le giro il cellulare e, vista la sua espressione, capisco tutto e resto impietrito. Non era colpa del traduttore la frase di prima, era colpa sua. Atii non solo non sa parlare inglese. È totalmente analfabeta. Non sa né leggere nè scrivere, neanche in Thailandese. Sono sotto shock. Non pensavo nel 2020 potesse esistere ancora qualcuno al mondo che non era mai andato a scuola. Mi incuriosisco e tramite il traduttore vocale del cellulare (grazie DIO!) registro messaggi in italiano e glie li faccio sentire in thailandese. Lei a sua volta registra in thailandese e poi mi esce la traduzione vocale in Italiano. Parliamo così almeno mezz’ora ed esce fuori che: non è mai uscita in vita sua dal suo villaggio fino a due giorni prima. Non sa nulla del mondo esterno e non è mai andata a scuola un giorno della sua vita. Ha sempre e solo lavorato nella fattoria di famiglia del profondo Isaan e per lei il mondo intero si limita a un piccolissimo villaggio sperduto nelle campagne della provincia di Kalasin, vicino al confine con il Laos. Non ha idea di cosa sia Facebook e non ha uno smartphone. L’hanno vestita e truccata le sue nuove colleghe del bar perché lei non l’aveva mai fatto e non era capace. Aveva messo i tacchi la prima volta la sera prima e si avvinghiava a me perché non era sicura di essere capace a ballare con i tacchi. Ha visto il mare il giorno precedente per la prima volta in vita sua e ovviamente non aveva mai viaggiato in aereo o altro mezzo di trasporto che non fosse un pickup o uno scooter. Ha 20 anni e l’immancabile figlioletto già partorito l’anno precedente. Finito di “dare latte a bambino” cito testualmente, la sua famiglia le ha cercato un lavoro e l’ha trovato in una lontana isola famosa dove era andata a lavorare una parente qualche tempo prima. Era stata accompagnata all’aeroporto in Isaan e presa in consegna a quello di Phuket, dove le avevano un po’ spiegato come funzionava lì. Lei non era mai stata con altro uomo se non il suo fidanzato thai con cui ha avuto un figlio e poi lui era scappato perché non aveva soldi per mantenere la famiglia. Insomma, la classicissima storia di mezzo isaan, ma questa volta in salsa molto più selvaggia. 
Sapute queste e altre sconvolgenti sfaccettature della sua giovane vita, inizio però a farmi qualche scrupolo per ovvie ragioni. Quando lei mi vede titubante e probabilmente indeciso, mi dimostra di essere si analfabeta e colta, ma sicuramente non stupida. In un secondo è nuda e mi vola letteralmente addosso, in barba alla doccia. Riesco a convincerla ad andare a lavarsi e le prometto che non la manderò via prima di domani mattina. Dopo averla vista nuda mi passa quel secondo di incertezza che mi aveva preso un attimo prima. Ha davvero un bel corpo e delle curve notevolissime. Gran bel culo e tette naturali molto belle e sode. Figa un po’ pelosa ma, visto il contesto, mi avrebbe infastidito il contrario. Deve per forza essere qualcosa di selvaggio, mi aspetto qualcosa di incredibilmente primordiale. E infatti così è. 
Espletate le questioni igieniche partono baci passionali e le mani si spingono avide a conosce il corpo dell’altro. Lei è davvero selvaggia e istintiva. Il pompino è crudo, molto violento. Lei si sforza nella parte di essere perfetta e mi vuole a tutti i costi mostrare il meglio del repertorio. Arriva a farmi male con la bocca per quanta decisione e passione mette, ma lascio fare perché è davvero al colmo dell’impegno. Lascio succhiare in modo interminabile e lei non metterebbe mai fine alla cosa, a costo di andare avanti 3 giorni a succhiare quel cazzo straniero. Alla fine non è male a succhiare e, corretta in qualche fondamentale, ritengo possa anche avere un futuro in quel campo. Passo a scoparla, non prima però di essermi adeguatamente protetto con il preservativo. Ovviamente le hanno spiegato che deve farlo usare ai farang, ma dubito sia mai stata scopata con un preservativo. Guarda curiosa ma non commenta, anche perché le servirebbe un traduttore di uno smartphone che lei non possiede. 
La scopata è molto buona e ovviamente lei si fa fare di tutto. Parto piano e voglio un attimo testarla, ma lei è coinvolta e spinge forte lei. Cambiamo tutte le posizioni possibili immaginabili senza mai uscire da dentro di lei e ne esce una scopata bella lunga e veramente selvaggia. Al momento di sborrare decido di testare i suoi istinti selvaggi fino in fondo e, estratto e scappucciato il cazzo, la metto inginocchiata a succhiare a fondo letto. Non fa una piega e torna a divorarlo con frenesia. Non dura molto perché mi sento venire ed esplodo in un misto di bocca, faccia e tette. Va a lavarsi e poi vado io. Ci mettiamo a letto e mi si avvinghia in modo davvero stretto. Non ho capito se fosse un gesto affettivo o una reminiscenza da boa costrictor. Parliamo ancora un po’ con il traduttore vocale e poi proviamo a dormire. Più che provare a dormire abbracciati sembra che lei sia serpente e che mi voglia soffocare. Mi tiene strettissimo e cadiamo addormentati così. Mi sveglierò diverse volte la notte con lei sempre a tirarmi vicino. Tutte le volte che mi sveglio per girarmi la trovo sveglia che mi guarda e mi chiedo se abbia chiuso occhio o meno. Mi sento fin un po’ in soggezione a dormire davanti a una sconosciuta che se ne sta lì a fissarmi. La notte scorre così, tra una pressione sullo sterno e una costrizione del torace al punto che, se riesco a svegliarmi vivo l’indomani, sarà comunque una grande vittoria.

martedì 12 maggio 2020

INTERVALLO: IL DOTT. SPINA RISPONDE A UN COMMENTO

Siccome sono il padrone di casa e faccio  un po' quel cazzo che mi pare, ne approfitto per interrompere un attimo il racconto di Enving, e dare risalto a una risposta a un commento sul racconto di Enving, che ha dato un ottimo spunto.


Anonimo Anonimo ha detto...

non capirò mai quelli che vanno in luoghi turistici e non possono fare i turisti ovvero divertirsi come si dovrebbe. I voli intercontinentali costano ormai poco ma se poi arrivo li e devo fare tutto tirato low cost ha poco senso, e la svalutazione eur bath centra poco. Non so mi sembra una tendenza di tutti quelli che scrivono sul blog da spina a compagni, però contenti voi....ma siete veramente contenti? mahhhhh


DOTT. SPINA risponde:

Mah, in thailandia di vagamente costoso, SE NON TI SAI MUOVERE, c'è solo bangkok e phuket, per il resto fai fatica a spendere tanta grana anche se volessi.. oddio.. puoi farti i pomeriggi nei bar e le serate nei gogo's e suonare le campane (offri da bere a tutti i presenti nel locale), ma a che pro? Oppure prendere una figa di un gogo's che ti spara 6000 baht + 2000 di barfine e poi in stanza si rivela un missile? no grazie, rimorchio in soi6 o in disco o nei clubbettini dove me le spupazzo prima e me le intervisto accuratamente, così evito missili.
A pty puoi fare vita da nababbo spendendo un cazzo, se non sei un polletto inesperto. Dormo in hotel con camera doppia da 50 euro con colazione/pranzo (fine colazione alle 12.00!), galattico piscina a sfioro sul tetto e cascata sulla parete, dj set con musica lounge, skyroof sull'altro tetto, che in europa mi partirebbero 200 euro uso ridere.. idem per ottime fighe ventenni da trombarsi all night long per 60 euro che in italia non ci fai manco un one shot, e che soprattutto godono a essere scopate così deve, questo è il vero non plus ultra della thailandia: ti sembra di scoparti la ragazza con cui ti sei messo da pochi giorni, non certo una puttana (fra l'altro la regola è che paghi la mattina, mai in anticipo, se una troia mi chiede il cash prima, beh, è un missile sicuro e non un not to go - fosse pure la belen thai - ma non mi è mai capitato. le prime volte in thai non si parlava manco di prezzi, ora spesso in disco capita che ti dicano la cifra che vogliono, va beh, mi togli un po' di poesia ma ci sta).
poi ovvio, c'è chi dice che ha bisogno di scopare ogni 3 gg e va a loft in italia, ma se vado a loft in italia, 10 minuti per giungere nel posto, 30 minuti se va di lusso di prestazione (se la tipa inizia a sbuffare mi scende la poesia) e altri 10-15 minuti da rivestirmi e tornare a casa, non mi resta un cazzo della scopata, è solo una svuotata di palle più o meno bella, ho benefici fisici di endorfine ma pochi benefici psicologici,  invece mi bastano 7-8 gg di perfezione a pty (là sono una macchina di guerra e non tollero nè rompicoglioni nè imprevisti, massimizzo tutto e non bevo quasi nulla perchè sul lavoro io non bevo ;-) ) , e torno a casa che sono tirato a lucidissimo e rinato.. altro che settimana in una beauty farm :-)))

Aggiungo: concordo che il postaccio ( che Enving non vuol nominare a sud di phuket per la privacy degli amici), non ne vale la pena se ci stai pochi gg, e infatti gliel'ho da sempre bocciato e rotto il cazzo, anche se non ci sono mai stato. Però  lui non ci va per la figa o rispamiare 100 euro, ci va perchè ha dei cari amici che sono fissi lì ed è un tipo da compagnia (io su sto punto non concordo, se in thai siamo già in 4 per me siamo già in troppi, perchè si perde tempo in chiacchiere...). I postacci vanno bene se ti fai il visto per tre mesi o sei stanziale, allora sì, te la prendi più comoda e stai un attimo più attento al soldo, ma ripeto, non è questo il caso di Env, va in quel posto per ben altre motivazioni.

Per un turista che vuole andare a figa e sta massimo un mese, in thai si va a bkk, pty, o phuket. io vado solo a pty, tutto il resto non mi interessa più (bkk caotica, cara, afosa e non c'è il mare che la spiaggia mi fa vacanza anche se non faccio il bagno), phuket va bene per i discotecari e chi è interessato a vita di spiaggia, fatto una volta e non ho mai dormito così poco in vita mia (mare di gg, notte in disco e a scopare fino a mattina, quando il van mi veniva a prendere per portarmi alla barca per l'escursione...) ma era il 2010, ora morirei, non reggerei manco 48 ore ;-)))

lunedì 11 maggio 2020

THAI 5 DI ENVING - DAY 6 E 7 : PENURIA DI MERCANZIA E AMBIENTI OSTILI by Enving

Usciamo dall’aeroporto di Phuket che è già buio. Prendiamo un tagliandino del taxi e dopo qualche minuto di attesa arriva la nostra auto per caricarci. Nel frattempo che aspettiamo il taxi, il Londinese trova il modo di discutere con uno degli addetti ai taxi e stranamente è dalla parte del torto. Sono ovviamente ironico perché il Londinese, per definizione intrinseca, è sempre dalla parte del torto. Probabilmente era stanco e ha mal interpretato una normalissima richiesta del povero addetto. Finisce a breve la discussione perché arriva il taxi, ma con esso anche la pioggia. E’ incredibile come in cinque anni io abbia beccato cinque temporali nel momento esatto in cui esco da quel cazzo di aeroporto. Sembra uno scherzo ma è così : noi a Phuket, oltre ai coglioni rinsecchiti come due datteri, portiamo sempre la pioggia. 
Dopo un’ora scarsa di taxi arriviamo dritti nel nostro hotel-guesthouse a Sud di Phuket. È piuttosto tardi e quindi decidiamo di cenare lì sotto dal gestore italiano, ma non prima di esserci fatti una doccia. Mangiamo una pizza e beviamo una birra, seguite da quattro chiacchiere con il simpatico gestore. Lo conosciamo da quattro anni e in quella zona siamo sempre stati suoi ospiti. Brav’uomo, gran lavoratore, forse un po’ ansioso e pressante per quel che concerne i soldi e i pagamenti. Decidiamo di liquidare subito il nostro debito e sganciamo 4500 baht a testa per cinque notti nella struttura con una camera matrimoniale molto ampia a testa e uno scooter da condividere. La mia è la stessa identica stanza dello scorso anno, mentre il Londinese finisce in quella di fronte a me. Lo scorso anno lui era in quella sotto. La sua nuova stanza è enorme per davvero, sarà almeno 35 metri quadri ed è dotata di un grosso open space con ben due letti matrimoniali. Fa ridere il fatto che sia da solo in tutto quello spazio enorme, sopratutto per il fatto che lui la stanza in dolce compagnia non è che la sfrutti poi tanto.
Torniamo in stanza dopo cena e mi rendo subito conto che non ho minimamente intenzione di uscire. Il Londinese un giro vorrebbe andare a farlo, ma io non sono proprio in condizione. Faccio fatica a tenere gli occhi aperti e sento addosso tutta la spossatezza di 6 giorni vissuti a tutta e senza pause. Se includiamo il fatto che il tempo fa schifo e piove anche, la decisione è presa: me ne vado a dormire senza rimpianti. Ne ho davvero bisogno e a mezzanotte spengo la luce. 
Mi sveglio al mattino e mi sento davvero in forma. Ho dormito parecchio e ho recuperato il 100% delle energie. Alle 10 io e il Londinese siamo già a fare colazione alla pasticceria francese sulla strada vero la nostra spiaggia preferita. Due brioche farcite in modo diverso e la giornata inizia molto bene. Parcheggiamo lo scooter in pineta e ci mettiamo bene la crema protettiva a livello 50 prima di andare in spiaggia. 
Appena arriviamo becchiamo subito uno dei due liguri e un suo amico. Ci salutiamo calorosamente perchè non ci vediamo da un anno e abbiamo tante cose da dirci. L’altro ligure quest’anno non è potuto venire per questioni lavorative e farà una vacanza in primavera con altra gente in un paese asiatico limitrofo. In compenso quest’anno c’è con lui un suo amico che non avevo mai visto, lo chiamerò Joe. Ci presentiamo con lui, ma noto subito che è molto schivo e particolarmente sulle sue. Stiamo a parlare un’ora abbondante sulla spiaggia mentre prendiamo il sole e Joe nel frattempo non dice una parola. 
Il ligure mi ragguaglia sulla situazione in loco e ci avvisa che quest’anno è tutto molto tranquillo: poche ragazze, pochissima figa e anche pochi clienti. Sarà perché siamo a inizio stagione o a causa del cambio sfavorevole, ma constaterò che ha assolutamente ragione purtroppo. 
Passiamo la giornata in spiaggia tra chiacchiere, bagni e passeggiate e, nonostante la crema 50, trovo il modo di scottarmi alcune parti del corpo. Ormai è una costante : mi metto la crema più potente che trovo eppure alcune zone del corpo me le scotto sempre, incredibile! Mangiamo thai in un posto di loro conoscenza e spendiamo davvero un cazzo, mangiando discretamente bene. 
Nel pomeriggio verso le 17 si rannuvola e decidiamo di andare a giocare a biliardo in un baretto che frequenteremo molto. E’ affacciato sulla strada principale litoranea di sud di Phuket e ci sono regolarmente 7-8 ragazze dentro. La qualità è tutt’altro che buona, ma ne posso salvare due che trovo a metà tra il discreto e il carino. A Pattaya manco le vedrei queste due, ma lì sono assolutamente valide. Mi limito a bere e giocare a biliardo e scambio giusto quattro chiacchiere con alcune di quelle tipe. È soltanto pomeriggio e non penso che mai nessuno nella storia di quel baretto ne abbia mai prelevata una da lì dentro prima di cena.
A mezzanotte siamo operativi sul campo e mi sparo una redbull per avere più energia. Andiamo io e lui ai baretti del complesso del LC (ho spiegato cosa siano nella cronaca dello scorso anno). Tra tutti i baretti c’è n’è uno che tengo d’occhio da tempo ed è gestito da un europeo e da sua moglie. Dai social avevo appreso che al suo interno lavorano due ragazze davvero degne di nota. Nel pomeriggio però il mio entusiasmo era scemato di colpo perché il ligure mi aveva spiegato che c’è l’inghippo: una delle due tizie, la più meritevole, non va con i clienti. E’ lì soltanto a fare la gatta morta e strappare bevute ai clienti. Voci di corridoio dicono che sia la concubina ufficiale del proprietario e che la cosa sia nota e approvata anche dalla moglie. Quindi una vera e propria inculata: questa tizia ti estorce bevute a tutto andare con la promessa di chissà cosa e poi ti dà il sonoro due di picche quando è il momento di passare al sodo. È una storia che si ripete da settimane e in tanti ci sono già cascati. Molti hanno poi anche dovuto fare parole con il proprietario a riguardo. La storia mi smonta i piani e optiamo per un altro baretto. Ordiniamo birra e partite a biliardo e straccio sonoramente il Londinese. Mentre giochiamo veniamo importunati dalle ragazze del baretto, però è dura trovarne una decente. In realtà nessuna di quelle tizie è classificabile come brutta, però diciamo che quelle fighe sono fatte diversamente da loro. Alla fine mi pare che le due che chiacchierano con noi siano le migliori. Tutte e due però hanno un diverso problema ciascuno: la meno bella avrà forse quarant’anni o più e senza trucco e tiraggio potrebbe essere davvero terribile. La più bella tra le due potrebbe avere il cazzo. La fisso bene e provo a notarne i dettagli, ma rimane il mio dubbio. Non ho la confidenza tale per chiedere e quindi continuo a parlarci, ma sempre ben mantenendo le distanze. Mi riserbo di valutare molto più in là il da farsi, per ora mi accontento di umiliare a biliardo il povero Londinese. La situazione si sblocca quando arriva il ligure, vera enciclopedia vivente del luogo: quella più vecchia è una veterana e se la sono già scopata in molti lì nel decennio precedente e quell’altra ha il cazzo, ufficiale, che sia messo a verbale.
Ridiamo molto della situazione e continuiamo a bere al baretto. Sono contento che la mia esperienza sul territorio stia iniziando a dare i suoi frutti : il primo anno non avrei mai sospettato la sua natura e probabilmente avrei rischiato un enorme pasticcio! Il londinese si prende in stanza in Long time la quarantenne perché è il suo target e ne rimarrà discretamente soddisfatto. La decisone di portarla via viene presa da lui quando live al baretto scopriamo tutti insieme che quella quarantenne se ne sta lì con vestito cortissimo senza mutandine sotto. Totalmente nuda, coperta solamente da qualche millimetro di cotone. Effettivamente per avere quarant’anni è fisicamente ben carrozzata, si mantiene davvero bene. 
Alle 2.30 Londinese tela in stanza con la tizia e noi ci spostiamo al LC. Ero stato informato che non era sui livelli degli anni scorsi, ma non pensavo fosse così una merda. È venerdì sera e il locale è mezzo vuoto. Ci saranno si e no 20 ragazze, ma fatico a trovarne una degna di uscire con me da quel locale. Aspettiamo un po’ mentre beviamo coca e jack sperando la situazione migliori verso orari più mattutini. Passa un’ora, ma non cambia un cazzo, anzi aumentano i farang che cercano una da scopare e che adottano la stessa mia tecnica. In pista ci sono o quarantenni sfatte, ben peggiori di quella che si sta facendo impalare dal Londinese, oppure ragazzine in ciabatte di dubbia maggior età. Con buona probabilità non sono neanche puttane, ma semplici normali clienti. Ballano come stupide con le amichette e fanno solo dei selfie. Non sono lì per compagnia o clienti, ma in ogni caso non sono un prodotto che mi interessa. La situazione è surreale, non credo a quello che vedo. Addirittura una decina di farang si sistemano davanti all’entrata e placano di peso quelle nuove che entrano nel locale per scannerizzarle da testa ai piedi per primi. Vogliono essere certi di pescare subito qualsiasi cosa di decente si palesasse all’ingresso prima che finisca nel calderone dello schifo interno. Il problema è che tutte vengono comunque scartate e confluiscono all’interno perché il livello non è basso, è infimo. Valuto qualcosina che vedo in pista vicino a me, ma oggettivamente sarebbe volere male a se stessi. Trovo la forza di non vergognarmi di me stesso e faccio un giro sperando in un miracolo. 
Salgo ad alcuni tavolini sul fondo del locale e una tizia mi accalappia al volo e mi trascina al suo tavolo. Avrà l’età di mia madre e si porta gli anni pure peggio, ma almeno voglio dare un’occhiata alla composizione di sto tavolo. Ci sono lei, tre mostri e una decente. Guardo la decente in faccia, si alza e viene a scodinzolarmi vicino. Le rivolgo la parola, ma non capisce un cazzo di quello che dico. Avrà si e no 20 anni e probabilmente nella migliore delle ipotesi è ubriaca perché quegli occhi non raccontano una bella storia. Sbiascica e ridacchia senza motivo, allora faccio cenno a Nonna Papera di tornare lì. Le chiedo due dritte e intermedia lei per me. La ragazza è palesemente ubriaca e mi spara 3mila long time tramite la voce della vecchiarda. Scoppio a riderle in faccia: avrei fatto fatica ad allungarle mille baht e glie lo dico pure. La trattativa si conclude con una scrollata di spalle e un mio andarsene prima ancora di attendere la replica. Arriva però inaspettato un sorprendente rilancio a ribasso da parte loro : 1500 baht, siamo entrati nei saldi. La mia risposta è però sempre la stessa e ho dei numerosi buoni motivi per non concludere la trattativa.
Torno in pista e vado da Joe che è su uno sgabello da solo e beve un triplo bourbon, totalmente imbevibile. Mi dice che la situazione lì quest’anno e sempre così e che tanto vale buttarla in alcool. Spunta il ligure da non so dove con una per mano. Non è brutta, ma a me non piace. È ubriaca e cade per terra cercando di ballare. Il ligure la rialza e la siede sul divanetto, in seguito deciderà di prenderla comunque. Io e Joe stiamo ancora un po’ nel locale e facciamo un po’ di trashate, tanto abbiamo capito che torneremo a casa a mani vuote.

SCOPOPAGANDO IS BACKING!

 Forse l’inglese non è perfetto, ma chi se ne fotte! Ho attraversato un periodo buio, un periodo in cui anche se vedevo un perfetto culo a m...