sabato 21 aprile 2012

LA MIA STORIA by Etico - epilogo

Alcuni giorni fa ci eravamo accordati per passare qualche ora (...) a casa mia. Non l'avevo mai scopata su un letto "normale" e l'idea mi andava. Però, memore del suo essersi raffreddata ultimamente, non volevo buttare una relativamente elevata quantità di soldi in cambio di un giramento di coglioni, così cambio idea, faccio per annullare via telefono, solo che non capiamo un cazzo di cosa ci diciamo, non riesco a spiegarle una sega, parla veloce con quella sua pronuncia strana (eh già, in quattro anni non ha imparato quasi nulla di italiano: è dura di comprendonio, la ragazza!) e c'è forte rumore di sottofondo. Mi dice in malo modo (o almeno così mi sembra) di chiamarla dopo. Premessa: aveva fatto una cosa del genere il mese scorso quando la chiamai e mi rispose incazzata dicendo di essere in svizzera ed ancora più incazzata (per non so quale motivo) che non poteva parlare e che quando sarebbe tornata il mese successivo mi avrebbe chiamato lei per prendere un caffè. Si scusò in seguito, una volta rientrata, ma questo modo di fare comunque non lo sopporto.
Quindi, dicevo, quella volta mi incazzo e le mando un sms dicendole che no, mi chiamerà lei e che altrimenti sarebbe potuta andare all'inferno. Mi risponde "Fork you *Etico*".
Le mando allora un sms di congedo, in cui le dico a sua volta di fottersi (eccheccazzo!), ma che ciononostante le auguravo ogni bene... cosa che in fondo era la verità.

La sera successiva mi armo di soldi, uccello e risolutezza ed esco di casa convinto che "it won't be difficult to find a younger, better looking and less demanding one!". Col cazzo. Giro fino alle 3 di notte passate nelle riserve di caccia black delle province limitrofe, brucio litrate di benzina ma lo scenario è desolante ovunque. Ripeto l'esperienza in altre tre occasioni, una di solo papagiro, a distanza talmente ravvicinata che non ricordo nemmeno più bene chi ho scopato e quando. Situazione: moltissime visibilmente grasse, o con facce che venivano meglio a me ubriaco con l'accetta, o missili. Ne collaudai 3 e mezzo (con una ci ho solo chiacchierato, una curiosa eccezione, inglese insolitamente ottimo) delle meno peggiori solo nella prima sera, ma non ci siamo. Non erano abbastanza... fiche, ecco.

Una sì, ma era anche un missile clamoroso che mi sono preso in pieno per 20 interi euro (nonostante la mia tariffa da primo contatto sia adesso 15, ho voluto fare un'eccezione in quanto non accettò i 15 ma volevo scoparla lo stesso: e bravo tonto!).

Sconsolato e comunque in fase acuta di "scopoblack", torno sui miei passi. Qualche giorno dopo le mando un sms riconciliatorio di scuse strumentali, prontamente accettate (ma va?) e fissiamo per la sera successiva. Avevo intenzione di starci un'oretta e mezzo-due e farmi un'idea di cosa aspettarmi nell'eventuale randez-vous a casa mia.

Così ci vediamo: saluti, due chiacchiere, brevi spiegazioni eccetera. Finisce la trattativa ed iniziamo "il da farsi".
Non la vedevo nuda da mesi: è ingrassata un altro po', adesso iniziamo a non esserci più. La pancetta si comincia a notare, ed inizia tutta ad essere un poco più morbida del dovuto (intendiamoci, da vestita non sembra affatto "grassa" ma, per capirci, è decisamente un'altra rispetto a quella di un tempo). Le tette stanno iniziando a perdere l'eterna lotta con la forza di gravità.
La guardo ed inizio ad avere la sensazione di voler scopare più che altro il ricordo che ho di lei.
Mi bacia senza il minimo trasporto, non mi diverte neanche. Non ha problemi a ficcarmi la lingua nell'orecchio come sa che mi piace. Vuole però impedirmi di succhiarle i capezzoli. "WTF, why?" "I don't like it" "No, in fact you don't like it, you love it!" "I loved it before. Not now." ... andiamo bene. Son già seccato. Vabbè -penso- meglio sia successo qui che a casa. Provo lo sditalinamento: "No". Cosa?!?! Mi sta praticamente impedendo di fare tutto ciò che più la eccita!
A volte in passato mi aveva opposto un "no" che palesemente voleva dire "sì", tanto per teasarmi. Non ero sicuro stesse facendo lo stesso, ma le passo un braccio dietro la schiena afferrandole l'avambraccio, in poche parole aveva le braccia immobilizzate e non avrebbe potuto fermarmi nemmeno volendo. Avvicino la bocca alle tette ma mi oppone un No fermo, risoluto. Allarmato, la lascio andare, la guardo con aria di scusa e le chiedo "what's wrong with you? What has changed?" - "Nothing" - "No, definitely something! What?" (...) "Me" - "What do you mean?" - "(pausa) I'm married now" - "You've got to be kidding me..." - "No, I wouldn't joke about this. Look" E mi mostra un anello all'anulare sinistro. Mah, non aveva la classica forma a fascia delle fedi, non mi sembrava nemmeno d'oro. A me pareva un pezzo d'ottone con dei culi di bottiglia incrostati (sic) dentro. Ma era c'era poca luce e non sono certo un esperto.

Rimango un po' sorpreso, le chiedo come mai faccia ancora questo. Mi risponde che non ci sono soldi, lo fa per soldi. Ovvio, ma ci rimango male lo stesso. Le chiedo se sia nigeriano, italiano od altro. E' italiano. Allora improvvisamente ho un flash: mi ricordo che a volte avevo sentito una voce maschile in sottofondo, mi aveva sempre detto che era fuori. Ma sono convinto fosse la stessa voce! La stessa voce, credo, di anni fa che mi colpì perché apparteneva ad un coglione che le faceva lunghi discorsi al telefono IN ITALIANO quando lei non capiva una sega della nostra lingua! Cioè questo partiva "sai oggi sono andato di quà e di là, ora vado a casa, mi do una rinfrescata ma vedrai sarà tardi... passo semmai domani, verso le undici" con lei che non ci capiva assolutamente un cazzo, se non l'orario al quale sarebbe venuto!!!

Le dico che quella voce apparteneva ad un uomo, allora, secondo me ben sopra i 40 e che ora sarà quasi a 50. Non mi conferma sia lo stesso ("I've met so many men!" mi dice, "thousands, literally" penso io amaro, ma taccio), però mi conferma l'età approssimativa e di conoscerlo da anni. Le chiedo se lui sa quel che sta facendo qui con me. Lei risponde di sì.

A quel punto non so cosa cazzo mi succede, ma perdo il controllo. Prima la scanso da me (aveva ancora le gambe sulle mie). Sembra non capire, mi chiede cos'ho. Sbotto. In un misto di delusione e rabbia, non riesco a trattenermi, e con la voce quasi rotta da un pianto trattenuto a stento (che mi imbarazza anche raccontare :P) le rovescio addosso una tirata i cui contenuti fondamentali suonavano più o meno così: "This is not what I wanted for you! I swear I hoped you were actually putting aside money to start a new life: one of your own choosing! It's so disappointing to find out you've married a man, old enough to be my father, and yet you have to keep doing this [selling yourself]!"

Chiaramente tutta la sparata era più lunga, ma il senso è questo. La scena è patetica: siamo entrambi nudi sui lati opposti del sedile posteriore, l'uccello mi si è irrimediabilmente ammosciato.  Lei non apre bocca, si limita a fissarmi finché non smetto di parlare. Continua a fissarmi, resta immobile e non dice niente. Cala il silenzio e la fisso anch'io, il bianco dei suoi occhi sbarrati risalta con la pelle e fa un effetto strano. Ha una espressione indecifrabile. "Say something" riesco a dire dopo un po'. "What can I say?" - "Anything" (in realtà avrei preferito che difendesse a spada tratta il suo matrimonio, il marito e si incazzasse perché non stavo facendomi i cazzi miei: mi avrebbe sicuramente fatto sentire meglio... anche se può darsi non lo abbia fatto per non farmi incazzare di più, non so). Alla fine, parla: "I love you, but what else could I do? I need documents eccetera".
Se mi avesse tirato un pugno avrei sentito meno male. Premessa: come già detto io avevo chiarito più volte in passato che non l'avrei mai sposata... sempre in passato, mi aveva ventilato (giuro!, anche se sembra che stia copiando il racconto di Hope) la possibilità di passare alle pompe cabrio (come se fosse abbastanza per sposarmi, e non potessi ottenerne una con 20 euro da una fintaspagnola-rumena locale, pur non fica e frettolosetta)... in realtà dal fatto che anche con me entrava sempre nel discorso avevo un po' capito le sue intenzioni, che volesse sposare un italiano e che probabilmente avrebbe accettato al volo se glielo avessi proposto, ma cazzo, saperlo così in quel modo mi fece un effetto di merda.

Riprendo il mio sfogo. Lei continua a fissarmi: un tempo avrebbe pianto anche lei per molto meno, adesso è dura e fredda come l'acciaio. Respiro pesantemente, riesco a non piangere a dirotto come un bambino caduto di bicicletta, ma qualche lacrima dev'essermi scesa lo stesso (...).

Il suo cellulare inizia a vibrare nel portaoggetti. E' lui? Chiedo. Sì. "You can take it [che stronzo]" - "No [ovvio]". La scena prosegue identica per un po', lei è una statua. Poi si rimette le mutandine, mi chiede di rivestirmi. Non ci penso nemmeno, m'importa una sega dei vestiti. Non ricordo cosa ci diciamo poi, nulla di che, avrò ripetuto le solite cose, con lei sempre zitta. Si sposta sul sedile passeggero, inizia ad indossare il resto. Ad un certo punto con voce impercettibile mi dice "You know, I should be the one doing this, not you". Sento arrivare la frase come  una pugnalata.
Prima o dopo, non ricordo, mi chiede se voglio i soldi indietro. Le ho risposto che si fottano i soldi. Poi ci ripenso, e cazzo!, mi girano le palle! Io dovrei pagare per scoparla, con lei che si trattiene ed io che non mi diverto, mentre il marito di oltre 15 anni più vecchio di me se la scopa gratis (and god only knows what else, di sicuro le pompe cabrio che aveva promesso anche a me ;P), e poi va in bagno a sciacquarsi l'uccello -e fin qui, direte, tutto ok- ma... con io che gli sto pagando la bolletta dell'acqua?!? HELL, NO!!! Le dico che ho cambiato idea e rivoglio i soldi. Cambia idea anche lei, dice che non può ridarmeli perché è stata lì quasi due ore e non può andarsene così a mani vuote. Il suo cellulare ricomincia a vibrare. Mi viene voglia di rispondere e dirgli che se non la smette subito, giuro che vado lì e lo prendo a calci.
Nel frattempo lei ha terminato di rivestirsi, fa per aprire lo sportello, si ferma e si volta. Le dico che capisco la situazione, ma le voglio parlare. Mi dice che va bene. Le chiedo sempre più amareggiato e stronzo quanti soldi vorrà per parlare. Mi risponde che non vuole niente, di chiamarla e basta. Le chiedo quando: anytime, mi risponde. Il dannato cellulare vibra di nuovo. Esita. "Please, just go." - "I'm sorry I didn't mean to..." dice, non ricordo il seguito ma ci siam capiti. Esce dalla macchina, chiude lo sportello e si avvia a piedi verso casa, poco lontano, senza voltarsi indietro.

Ora. Non ho il diritto di giudicare, del resto le avevo chiarito che non ero disposto a passare la mia vita con lei. E poi cazzo, un po' di contegno e dignità, perdìo! Ma non ci sono riuscito. Perché mi sono comportato così? Temo che nonostante tutto, fossi più coinvolto di quanto razionalmente aveva senso essere e di quanto sia disposto ad ammettere. La cosa mi infastidisce non sapete quanto. Eppure non può essere questo, non avrebbe avuto senso non vederla per mesi e quasi non pensarci nemmeno.

E poi, la sua bellezza sta svanendo: adesso forse la scoperei ancora, ma tra un annetto scarso di questo passo mi sa che non mi "piacerebbe" più neanche un po'. Eppure sono inquieto. Incazzato perché si tratteneva. Dispiaciuto da morire che abbia buttato più di metà della sua terza decade di vita a farsi scopare da tutti, e sia rimasta senza praticamente niente in mano. Tutta la situazione mi aveva riempito di una tristezza e rabbia infinita.
Quella notte mi addormenterò molto tardi. La mattina dopo le mando un messaggio, mi fa uno squillo ma non risponde.
Domenica gliene invio un altro dicendole che quel giorno ero occupato e comunque non mi pareva il caso, ma che lunedì mi sarebbe andato bene. Niente. Lunedì la ho chiamata io, il telefono ha finito di squillare ed è passato alla segreteria. Riprovo più tardi, stessa storia. Inizio a scriverle un messaggio che cominciava con "I'm beginning to think you're avoiding me", quando ne ricevo uno suo: "Please stop calling me I dont want u anymore I am sorry."
Checcazzo? Questa mi dice che avremmo parlato, e poi che non vuole più saperne? Adesso sono anche ferito nell'orgoglio, con una prostituta nigeriana che mi ha preso per il culo "parliamo anytime", poi "no, sparisci". Le sparo alcuni sms, non capisco che male potrebbe fare vedersi per parlare. Non mi risponde, mi fa agitare ancora di più. Io voglio capire e chiarire. In uno dei messaggi le chiedo scusa se la ho ferita (...), solo a questo risponde: "You've done anything to me *Etico*, even if I forgive you but stop calling and messaging me please.".

E sia. Non intendo diventare una specie di stalker per questa stronzata.


Il malessere forte è durato un giorno o due, i postumi tre o quattro. Adesso mi dispiace solo per too many things untold, too many questions unanswered, davvero non capisco il senso di far finta che non esistiamo, quando abitiamo a 10 minuti di macchina e potremmo quasi incontrarci al supermercato. Trovo assurdo che, pur sposata, pochi giorni prima fosse disponibile a venire qui a farsi bombare per qualche ora, e adesso non voglia nemmeno più sentirmi al telefono. Io sono di quelli che vorrebbero sempre chiarire tutto, e invece. Vabbè, pazienza.

Il bello è che tutta la faccenda del matrimonio potrebbe persino essere una balla (perché poi?).

La mia convinzione è ovviamente che non fosse innamorata di me. Un potenziale viatico per la cittadinanza. Forse all'inizio, innamorata dubito, di piacerle ero ragionevolmente sicuro. Poi? Strict business... per carità, non che la cosa mi importasse, finché mi divertivo mi andava benone. Speravo però per lei una conclusione diversa: tanti soldi, uno stud nero giovane e quattro pargoli neri neri come loro. The end, e vissero tutti felici e contenti. Non è stato così.

Mi resta ancora la curiosità del perché mi abbia detto quelle boiate "I love you... I should be the one doing this, not you" per poi non volermi più parlare. Ammetto che per una volta non mi dispiacerebbe poter entrare nella sua testa, invece che nel suo corpo, per dare un'occhiata in giro e capirci qualcosa.

Altra curiosità, come avrà fatto "Hubby" con le conseguenze giuridiche del matrimonio? Che sia uno spiantato senza nulla da perdere? Ne dubito (va bene il bisogno dei documenti, ma spero non abbia preso uno così... posso chiamarla molte cose, ma non una completa sciocca). Che abbia davvero messo a rischio tutto per lei? Io non lo avrei fatto, e dubito mai lo farò (...), ma sarei contento per lei (:P) se così avesse fatto lui. Che abbia trovato una soluzione "pulita" alla faccenda, per sposarla senza rischiare la pecunia? Non pensavo ne esistessero, e nel caso, mi piacerebbe conoscerle.

Così, adesso sono ancora in fase "scopoblack", ma senza una buona black da scopare. I safari continuano, ho due nuove amiche promettenti (non sono ottimali poiché vorrei poter impiantare sulla pompinara migliore le infinite tette dell'altra, ma non si può avere tutto :P) con le quali farò tesoro di questa esperienza del cazzo e di quanto letto sul blog del nostro illustre padrone di casa (slap slap ;P).

That's all folks!


Grazie a voi che avete letto questa storia. Commenti, osservazioni, critiche, calci nel culo sono ben accetti ed anzi apprezzati. Solo, se possibile andateci piano ;)


[the end]

LA MIA STORIA by Etico parte 3

Avendola conosciuta a capodanno, il 31 dicembre successivo mi liberai sul presto e tornai a trovarla, per riportarla a casa dopo le sei della piovosa mattina del giorno dopo.
Se dovessi fermarmi a riflettere direi che gradualmente si era raffreddata, quel capodanno è forse l'ultimo ricordo di ottime scopate con lei di cui sono sicuro, e forse fu anche una mezza eccezione rispetto alla parte finale dell'anno. Non saprei descrivere esattamente come e perché, ma era così. All'inizio ero quasi io a volerla riaccompagnare perché mi dispiaceva stesse lì (quando le chiedevo se voleva la riaccompagnassi mi diceva di voler aspettare e"now is difficult for me to go back on the road", d a volte dopo un po' insistevo... ho già detto coglione?), col tempo non ce n'era più bisogno ("I have to go now"). Continuavo ad overpagare come prima ma sentivo di stare ricevendo meno in cambio. Il suo coinvolgimento era scemato, iniziava a sembrare che stesse facendo "i compiti". Non metteva più la testa sulle gambe (:P) e non era più lei a prendere tante iniziative (tranne, in seguito, la sega coi piedi e poco altro... presumo fossero cose che altri le chiedevano di fare e che sperimentava poi anche con me, ma vabbè, alla fine neanche mi dispiacque). Cominciai così a diradare, anche se non smisi mai del tutto di andarla a trovare.
Diciamo che quando proprio avevo voglia di una black era quello il porto in cui approdavo.
Fino a quando, giunse l'ennesimo capodanno: ero di ritorno da nonricordodove, era tardino, però mi dissi "ma sì, passiamo a salutarla, che è il nostro secondo anniversario!"... passo e non la vedo. Mah, è tardi, non mi va di fare un giro a quest'ora per aspettare. Mi fermo quindi di fronte a una sua collega (non fica) e scatta subito il broken record: "Andiamo?" "No, I'm sorry, I'm looking for Stealth" - "She's not around." - "Ah... Is she at home?"  - "No, she's in Rome" [non capisco, confondo Rome con home]. - "Eh... at home?" - "No, she's in Rome! Rome! In a camp". Stavolta non capisco "camp". Roma? A far che? "She's been taken by the police and brought to Rome, in a camp for clandestini." Io rimango di merdissima, non avevo mai preso la possibilità in considerazione, mai realizzato fino in fondo la caducità della sua situazione. La tipa, con fare allusivo "So, what do we do?" - "Nothing [what the fuck do you think I feel like doing? Bitch!!]. Sorry. Bye."

La chiamai sulla via del ritorno, mi rispose il messaggio della wind (a proposito: anche da voi tutte le black, e dico tutte, hanno wind?). Arrivai a casa un po' preoccupato. Era una piccola bugiarda, ma la conoscevo da un paio d'anni e mi dispiaceva sapere che aveva mangiato merda per altrettanto tempo e che ora rischiava di tornare a casa a mani presumibilmente vuote. Aveva buttato via due anni di vita per nulla, che tristezza. Mi feci quindi una piccola cultura sui CIE, il che non mi aiutò a tranquillizzarmi, anzi, mi fece quasi stringere lo stomaco. Le telefonai il giorno successivo con lo stesso esito, e di nuovo la mattina dopo. Libero. Mi risponde, mi dice che in effetti è a Roma ma non in un campo "Who told you that?", bensì ospite di sua sorella (più piccola). Il mio bullshit-detector inizia a strombazzare all'impazzata. Altra telefonata, la metto alle strette: bene, quindi sei libera di muoverti, giusto? Sì. Perfetto, allora vengo a trovarti dopodomani (bluffavo, ma vabbè)... Roma è una bella città, ho anche degli amici là, il mio treno arriva alla tal ora... ma non farmi arrivare per scoprire che non ci sei!" Così dall'altra parte, in tono piatto e rassegnato: "It's true." "What's true?" "I'm in a camp. Sorry I lied" [bah, una più una meno... !].

Short version. Nell'incertezza che potesse essere espulsa in ogni momento, mi faccio lasciare un recapito "locale" del suo paese, giusto in caso la mia stupidità si spingesse a tal punto da mandarle soldi a casa... non ero sicuro lo avrei fatto, ma avrei voluto la possibilità di scegliere (alla fine non ho mandato nulla). Edo State. Scoprii così che non era liberiana, ma nigeriana. Come se me ne potesse fregare qualcosa, poi: avessi scoperto aveva le tette piccole sarei stato sconvolto, ma della nazionalità chissenefrega. Mi seccava un po' la menzogna, questo sì. Ma oramai ero abituato a che mentisse praticamente senza ragione... la sfortuna dei cazzari è che devono ricordarsi le stronzate che dicono, altrimenti quelli con buona memoria presto li sgameranno. Comunque. La chiamavo quasi quotidianamente, a volte (più raramente) lo faceva lei. Spesso mi flashava affinché la chiamassi (no comment). Quasi sempre le telefonate erano brevi, a parte le prime, ma speravo le facesse piacere... o così mi diceva. Un avvocato ce l'aveva, per quel che vale in queste circostanze.
Un paio di volte al telefono ebbe dei mezzi crolli nervosi, mi chiese perché odiamo i nigeriani, che se avesse Berlusconi tra le mani "I would finish him!", si era rotta le palle di stare lì senza sapere cosa ne sarebbe stato di lei, non ce la faceva più eccetera.
La trattavano benino anche se le davano solo riso e pasta e mi dice che le stava venendo la pancia (azz) a mangiare sempre quelle cose e stare sdraiata sui materassi. Dopo l'ora di pranzo e cena non rispondeva mai perché "I was sleeping, everybody was sleeping"... ma come, tutti i giorni il primo pomeriggio dormite? Mi sa che la storia dei tranquillanti è vera allora. Si lamentava che doveva restare in quel posto, e, aggiunse incazzata nera (:P) "with no cream for my body!!".
Benedetta ragazza! Sei chiusa in un CIE incerta se domani ti manderanno indietro con un calcio nel culo e riesci a lamentarti che non hai la crema per il corpo?! Sta di fatto che mentre è nel cie le faccio un paio di ricariche: so che ha già la possibilità di telefonare, e che le userà per divertirsi, chiamare amiche eccetera, ma se contribuiranno a rendere il suo "soggiorno" meno pesante, chissenefrega. Spesso sento le sue "compagne di stanza" urlare e ridere in sottofondo, riesco a distinguere "boyfriend", mi dice che la prendono in giro. Vi risparmio gli imbarazzanti tentativi di indurmi a fare sesso telefonico, combattuto com'ero tra il volerla assecondare, se è quel che poteva farla sentire meglio (può darsi lo facesse nella speranza di evitare che cercassi black pussy altrove?... bah), e il senso di ridicolaggine che sentivo nel prestarmi a quella farsa.

Stadifatto che, come del resto spesso accade, non la espellono. Esce dal CIE (allora il tempo di permanenza massimo era ancora di sei mesi) e ci incontriamo per due chiacchiere. E' appena un pochino-ino ingrassata in effetti, ma ancora ben lungi dal sovrappeso manifesto, e trombabilissima (all'inizio aveva un ottimo frame da molto magra tonica colle tettone, io pensavo fosse diventata chissà che!). Come le vedo le labbra, poi, capitolo all'istante e mi viene duro: averle piene è un tratto etnico, la forma era proprio sua. Racconti di quì, racconti di là, mi mostra un po' orgogliosa il permesso di soggiorno, mi comunica però che la polizia le avrebbe intimato di non tornare sulla strada o l'avrebbero espulsa (?!)... mi fa vedere le foto dei suoi coinquilini/padroni di casa (non ricordo), una coppia di black con dei pargoli: sperai di tutto cuore che presto lei potesse fare lo stesso.

Scopro (di nuovo, mettendola un po' alle strette perché non me lo voleva dire) che si prostituisce ancora, ma con modalità diverse: venditrice ambulante di cianfrusaglie, diurna, perlopiù in zone industriali; l'articolo disponibile "in ultima istanza" per rimediare qualcosa è sempre la fica... oltre a questo continuava a farlo con "vecchi" clienti affezionati, come il sottoscritto. Da quando è uscita dal CIE quasi due anni fa, abbiamo scopato solo tre-quattro volte, anche se ci siamo sentiti ed a volte visti più spesso. Non mi veniva più naturale cercarla come prima, lei non era più come prima. E poi stare qualche ora in macchina ha iniziato a pesarmi, troppi rischi, troppo scomodo, c'è poca luce, eccetera. Lei non ha un posto, io nemmeno (più che altro sono poco incline a cercarne uno e casa mia è "problematico").
Oramai la consideravo una vecchia amica con la quale ogni tanto non mi dispiaceva trombare, le volevo bene insomma. Un paio di volte (io però non volevo trombare per i motivi sopra richiamati) mi chiese un aiuto finanziario in occasione di non ricordo quale incombenza burocratica, e la scadenza di una mensilità dell'affitto. Me lo disse così, in stile "sono nella merda" insomma (da qui la domanda a xxx72 di tempo fa). Non credo che fosse davvero disperata a tal punto, anzi mi piaceva pensare che a breve avrebbe fatto abbastanza soldi da ritirarsi per poter vivere la vita che voleva, quindi l'aiutai volentieri. Iniziò a prenderci gusto e chiedere di più, al che le spiegai educatamente che non era il caso. Parve capire, ringraziò ed evitò di insistere. Abbiamo continuato a sentirci sporadicamente. E così siamo arrivati verso la fine del 2011. Vicino alla pirotecnica (sì, insomma...) conclusione di questa storia sbrindellata.

giovedì 19 aprile 2012

LA MIA STORIA by Etico parte 2

Premessa: non ha ovviamente senso che racconti come si svolsero tutti gli incontri (perché ci vorrebbe troppo spazio, e perché la timeline è comunque molto confusa, come i ricordi stessi e come risulterà questo racconto), mi limito quindi ad un riassunto della nostra frequentazione. Perdonate la sintassi, mi rendo conto di aver cambiato i tempi verbali a casaccio, siate indulgenti.
Diciamo che nei primissimi mesi dell'anno la incontravo circa ogni settimana o anche più spesso, per poi scemare rapidamente col trascorrere dei mesi. Le prime volte mi diceva che non si aspettava tornassi, e che ogni volta era sorpresa di vedermi. Sempre in quel periodo una volta, sul tardi, non l'avevo vista e mentre chiedevo ad una sua "collega" la vidi correre verso di me: era seduta su un muretto poco lontano, mi disse "stasera non lavoro più" - "ah cazz, ehm, ok, ci vediamo un'altra volta allora" - "nono, perché? *fa per aprire lo sportello*"  - "?!?". Un'altra volta scese dalla scaletta di un camion sul quale stava salendo per venire con me che ero arrivato nel frattempo: la cosa divertente fu che nell'andarmene dovetti sorpassare il camionista bidonato (ma vedi oltre per le ragioni del suo gesto... oddio, è vero che l'avrei aspettata comunque, ma non sono certo ne fosse sicura e nel dubbio presumo abbia preferito il maggior introito).

Notai che sui sedili posteriori le piaceva sdraiarsi mettendo la testa sulle mie gambe e stare a parlare in quel modo. Lo faceva ogni volta, così le chiesi come mai, e mi rispose che "prima" lo faceva. "ex boyfriend?" "yes" "in your country?" "Yes" (silenzio da parte mia). Parlavamo un po' anche delle nostre vite, mi disse qualcosa della sua (tuttora non so quali fossero stronzate e quali no, del resto, per quanto ne sapessi era ancora Liberiana, quindi figuriamoci). Il padre morto (mah?). Famiglia numerosetta con la madre. Quarantacinquemila euro da restituire "to my boss". In una occasione le avevo detto che ero fortemente dubbioso dell'idea di sposarmi, che ero troppo giovane per farlo a breve e che non penso avrei voluto bambini. Lei dal canto suo dichiarò di volerne, anche se "not too many... four!". Si rideva e si scherzava. Le dicevo che ogni volta ero stupito del fatto che una ragazza così piccola (era bassina e sottile... ma a me piacciono così) potesse avere tette così grandi. Lei diceva che ce l'avevo grosso. Le rispondevo di non prendermi in giro, e che per gli standard africani era _sicuramente_ piccolo. E' almeno medio. Piccolo. Piccolo forse rispetto ai senegalesi che lo hanno enorme. Mavvaff... (in realtà gli stessi commenti con annesso riferimento ai senegalesi me li han fatti altre, direi la maggioranza delle black testate, tanto che quasi mi indispettisco quando una non me lo dice ;P... però non sono certo Rocco, né quel che si intende come superdotato).

Anche stronzate così insomma, ma era insolito per me con una puttana (oddio, non che ne avessi provate poi tante all'epoca), e divertente. Le piaceva scherzare, una volta mi disse che era incinta di me e per quanto sapessi fosse impossibile portò avanti lo sgradevolissimo scherzo fino a farmi preoccupare, prima di scoppiare a ridere. "I'm joking". Evvabbè, joking una sega, mi hai fatto venire i capelli bianchi.

I preliminari compresero dalla seconda volta se non ricordo male ciucciate di capezzoli che avevano come effetto di aprire a dirotto il suo rubinetto della lubrificazione, mi divertiva il fatto che dovesse tamponarsi la pussy con un fazzoletto a meno di voler allagare il sedile.

Imparò che adoravo mi leccasse l'orecchio, infatti uno dei miei intrecci preferiti prevedeva la sua lingua nel mio orecchio, un suo capezzolo nella mia bocca, una delle nostre mani sulle sue tette (doveva porgermi quella che succhiavo mentre io impastavo l'altra) e le mani restanti sui rispettivi sessi. Avrei passato delle ore così, non fosse stato per la scomodità della schiena (mai riuscito a trovare una posizione comoda per farlo) e per il fatto che dopo un po' sentivo un irrefrenabile bisogno di scoparla prima che sopraggiungessero l'orchite o la pazzia. :P

Insomma, tutto andava in teoria a meraviglia, se non che molto spesso, "dopo" ero colto da quella che chiamerò
sindrome del cliente penitente. Non riuscivo a non inquadrare quella situazione nella logica cliente-prostituta e malgrado tutto mi sentivo come uno qualsiasi dei suoi sfruttatori, uno dei numerosi ingranaggi di quel meccanismo (del quale peraltro sapevo pochissimo all'epoca) che portava quelle ragazze dal loro paese a qui per battere sulle nostre strade. Bel coglione: come dicono su questo blog, a puttane si va con la mente libera (e il cazzo duro)!
Fatto sta che questo sentire mi indusse via via a darle più soldi: 40, 50, se non sbaglio anche 60 a volte quando stavamo di più, come se così avessi potuto almeno in parte pulirmi la coscienza. O aiutarla. Non so. Di sicuro non volevo farle perdere "troppi" soldi per stare con me (era anche abbastanza, ehm, cercata), perché il suo debito sarebbe stato ancora lì il giorno dopo. E' una logica un po' del cazzo se anche lei "sembra" star bene con te, ma è così che ragionavo allora e, fatte le debite proporzioni, un po' ancora oggi. Certo, non presi nemmeno in considerazione l'idea di vederla fuori dell'orario di lavoro, dove immagino non mi sarei sentito obbligato ad "indennizzarla" del denaro perso a causa mia. Non so, i primi tempi non mi venne neanche in mente, o forse sì ma mi disse che non era "così" libera di muoversi. Non ricordo.
Torniamo al racconto. Lei si accorgeva che guardavo le auto passare in lontananza con aria pensierosa, mi chiedeva a cosa pensassi, io cercavo di non rispondere e lei mi diceva "you think too much!", "talk to me!" eccetera. Alla fine glielo dissi, lei cercò di rassicurarmi, con poco effetto. Stavo bene con lei, lei sembrava stare bene con me (...), ma ero lo stesso divorato dai sensi di colpa, e coglionamente le davo più soldi. Lei prese al volo l'occasione immagino, e con essa il denaro. Non mi interessava nemmen tanto sapere se mi amasse o che, visto che non volevo certo sposarla: stavo bene con lei e mi sembrava equo pagarla per questo.

Una volta mi venne l'impulso di leccargliela (era appena arrivata al lavoro, lo so perché la aspettai lì, anche se l'idea resta discutibile dal punto di vista sanitario): era insicura ed imbarazzata all'inizio, sostenne che non le era mai successo, poi mi lasciò fare. Dopo che venne, scoppiò in lacrime, mi disse che non le piaceva fare questo [lavoro], di voler stare "with only one persin (sic)". Non sapevo che cazzo dirle. Provai a dirle genericamente che non era tenuta a farlo, di denunciare, mi disse in qualche modo che non era possibile e che doveva farlo. Non le dissi che poteva stare con me, mi mancavano assolutamente il coraggio e soprattutto la volontà. Non l'amavo: di sicuro mi piaceva parecchio, ed avrei voluto ogni bene per lei, ma se per amare una persona si intende voler passare la propria vita con lei, allora no, ero certo di non amarla. Le differenze, culturali e di carattere, erano enormi. Non ero pronto a rivoluzionare la mia vita e i miei programmi per qualcosa in cui non credevo affatto.

Così venne da piangere anche a me, mi limitai ad abbracciarla e dirle che mi dispiaceva. Quella che seguì una volta terminati i pianti fu, con linguaggio punteristico, una delle sessioni di FK più profondo e sentito mai vissuta EVER. Forse quella volta ci scambiammo un "I love you", nel senso che lei me lo disse ed io risposi. Forse non fu neanche l'unica, ma tutte le volte avvenne sempre in contesti del tutto particolari di insolita instabilità emotiva o buttato lì mentre si scopava, io sempre per secondo, e mai che in condizioni "normali" ci fossimo detti "quella roba". Penso che nessuno dei due ci abbia mai dato troppo peso: io no di sicuro, lei direi men che meno.
Per la cronaca, ripetei l'esperienza (leccargliela) un'altra sola volta. Non l'avrei mai fatto se fosse già stata con un cliente, e comunque (per quanto mi eccitasse il contrasto dei colori e tutto :P) ragionai che era del tutto iniquo leccargliela quando lei non praticava a me 'ste benedette pompe cabrio (paura delle malattie, diceva... certo che perlomeno le indottrinano bene su 'ste cose, anche troppo!)... non aveva problemi a farsi venire addosso (per quanto fosse scomodo per motivi logistici e cercassimo quasi sempre di evitare), ma in bocca senza condom proprio non l'avrebbe preso: un paio di volte mimò l'atto di farlo salvo poi ridermi in faccia vedendo la mia espressione cambiare dall'arrapato allo stizzito.
Ammetto peraltro che la seconda volta che gliela leccai mi beccai a distanza sospettosamente ravvicinata una candidosi del cavo orale... non potevo essere sicuro fosse lei (...), ma ragione in più per smetterla.
Nota di colore (per restare in tema... ok, questa era pessima): il mio medico non c'era, al suo posto una giovane sostituta che mi confermò la diagnosi e prescrisse le medicine. Giuro che mi parve di scorgere un vago sorrisino tra l'enigmatico e l'imbarazzato, anche se forse fu la mia mente malata a volerlo vedere.

Un giorno mi arrivò un sms "This is my new number Etico. Bye.". Le chiesi perché lo avesse cambiato. La storia (che potrebbe essere vera o meno) fu che un cliente, mi pare nordafricano, voleva scoparla senza preservativo, lei rifiutò e quello stava cominciando a stuprarla. Allora gli avrebbe detto qualcosa come "va bene dai, lo facciamo. Prima però fammi fare pipì... ti lascio la borsa.", salvo poi mettersi a correre per i campi, ecchissenefrega della borsa! E' uno degli episodi spiacevoli che mi ha raccontato, nessuno dei quali particolarmente grave... almeno che io sappia.

Divertente anche l'approccio con i carabinieri: lei era di quelle che quando arrivavano si dava alla fuga. Alcune sue amiche più coraggiose restavano e ricevevano in cambio della prestazione i soliti 15-20 euro. Io ero ovviamente incredulo, riuscivo solo a chiedere meravigliato se davvero ci andassero anche i carabinieri. Per tutta risposta, mi raccontò di uno vestito da carabiniere in una macchina normale, lei vedendo la macchina normale non scappò e questo la caricò. Poi si lamentò con lei che aveva dovuto fare così "perché sennò correte subito via! Non vi stancate mai di correre ogni volta che passiamo?". Io ancora più incredulo, immaginavo un uomo in divisa che oggi va a scopare e domani a fare la retata.

 To be continued...

mercoledì 18 aprile 2012

LA MIA STORIA by Etico - 1 parte

In tre/quattro puntate Etico, che tanto mi ha rotto le palle con Hope ;-) ora racconta la sua di storia. Vediamo che ha combinato :-)

Capodanno di qualche anno fa (potrei dire ben quattro-cinque). Mi era capitato un paio volte per sport o bravate tra amici (...) di fermarmi da una nera, avevano qualcosa che mi piaceva, ma quasi ogni volta era stata un'esperienza non memorabile o addirittura atroce (ammetto che i primi tempi non parlavo inglese quindi socializzare era difficile, e poi non ho tuttora un grande scudo spaziale, figuriamoci allora... da bravo punter alle primissime armi, infatti, ero solito prendere missili con buona frequenza): "Andiamo?! [sguardo assassino]", "Toccare tette, 10 euro!" "Non vengo sopra!", senza contare pompini frullati e disgrazie varie... così avevo deciso di smettere. E come tutti quelli che decidono di smettere, mi accorsi quanto fosse difficile. Ma torniamo a quella notte. Ero stato ad una festa privata a casa di amici che era finita piuttosto presto, sulla via del ritorno passo come al solito da una via punteggiata di cioccolatini e distrattamente ne distinguo uno bellissimo, che invece di agitare la gamba in mezzo alla strada o lanciare grida, semplicemente si accorge che l'ho vista e mi sorride. Istintivamente fermo la macchina, abbasso il finestrino, ci sorridiamo e "contratto" brevemente nella lingua d'Albione. Ricordo ogni particolare molto bene, per il tempo che è passato. Sale in macchina, la osservo per quanto possibile nel buio dell'abitacolo e concludo che è davvero bella. I tratti tipici africani (fronte e naso) non sono troppo marcati, la forma delle labbra era qualcosa to die for. Non capisco le sue confuse indicazioni, e mi infilo dietro un camion posteggiato poco distante - eravamo praticamente a ridosso della strada. Lei sembrava un po' preoccupata, ma non mi fece spostare. 15 euro cambiano subito di mano (ero abituato così) e mi accorgo che mi stava fissando. Sostengo il suo sguardo, e tutto quello che riesco a dire dopo troppi istanti è un patetico quanto sentito "I like you!". "I like you too!". "No, I mean... I _really_ like you!". "Me too!" annuisce lei. Devo aver blaterato qualcosa di molto stupido, tipo che non ci credevo, ribatté che non ci credeva nemmeno lei e può darsi risposi che poteva credermi perché ero io a pagare. Devo ammettere che mi ero tirato a lucido per la festa, ed essendo riuscito insolitamente bene, a posteriori non ritengo inverosimile che le piacessi davvero. Le dita della mia mano si trovarono non so come intrecciate alle sue, mentre (o prima, o dopo) ci scambiavamo i soliti convenevoli. Nome... la chiamerò, non senza un grosso spoiler, Stealth. Età... non tanto distante dalla mia di allora, e non nel senso che era vecchia lei (qui scatta lo stupore generale). Nazionalità... Liberiana: la prima di una pila di stronzate abbastanza alta da arrivare alla luna, ma lo avrei saputo solo molto dopo, quindi facciamo finta di nulla (allora non sapevo niente di questo mondo, se non che le ragazze fossero "genericamente" sfruttate). Era qui da, mi pare, un paio di mesi e non capiva una parola di italiano. Poi i ricordi si fanno confusi, penso però che essendo totalmente abituato a trattarle da puttane e non da ragazze, sentivo il bisogno di formalizzare ogni richiesta come dovessi riempire un modulo. Solo a poco a poco mi sciolsi.
Una cosa che ricordo bene è che quando nel bel mezzo del bj provai ad allungare una mano sulle tette rimanendo tagliato fuori dai multipli strati di vestiario, non mi disse "ten euros!" ma "you want to touch my breasts?", e si scoprì un po' laboriosamente un paio di tette ottime delle quali non avevo compreso appieno la dimensione per via del buio e dei vestiti. Ricordo anche che ci baciammo a lungo, erano baci veri, soprattutto "dopo", quando avevo ormai riposto l'arnese nei pantaloni e, presumibilmente sollevata del fatto che non eravamo stati sgamati nell'atto, fu lei a voler continuare cogliendomi del tutto di sorpresa. Mi congedò dopo un tempo che non controllai ma mi parve lunghetto con un "bye, take care of yourself" (ma come? Tu che mi dici di aver cura di me? Va bene che è un modo di dire, ma guarda che non sono io quello nella merda!) che subito le restituii, aggiungendo uno scontato "happy new year" che mi risuonò paradossale nelle orecchie, sapendo che il nuovo anno non le avrebbe portato proprio un cazzo (o tanti, che dir si voglia).
Rientrai a casa un po' stralunato, con tutte le mie certezze sulle black fredde e stronze andate in frantumi.

IL MAGAZZINO E' VUOTO...

.. io sono impegnato in altre piacevoli faccende che non riguardano il sesso, inoltre sono a corto di argomenti: chi ha voglia di collaborare, scrivendo proprie esperienze o suoi punti di vista sul SESSO PAY (il sesso free qui è fuori tema, solo l'Avv. è autorizzato a parlare delle sue avventure)  è ben accetto.. puo' scrivere qua come commento, che io trasformerò in post, oppure scrivermi alla solita email scopopagando@hotmail.it

lunedì 16 aprile 2012

FOGNA VICE? NON SECONDO ME!

"Noi siamo stati a fare un giro in quel posto che tu chiami figogna e riteniamo che ci sia una ig di troppo"

Noi chi? Sarai mica lo stesso che mi ha chiesto il segno zodiacale usando il plurale maiestatis... . Che non ci sia pure il mago otelma tra di noi? Anche se mi sembrerebbe strano perchè il Div mi sembra piu' dell'altra sponda...
Comunque sia, tu/voi hai trovato figogna vice non di tuo gradimento. Che dire, prima di tutto andrebbe appurato che cosa stavi cercando. Si presume ragazze che esercitano in strada il mestiere piu' antico del mondo, trattando il blog di questo, per quanto riguarda la location nazionale (tutt'ora mi chiedo perchè fui citato in un articolo dell'Espresso inerente escort e loft).
Presumendo che eri qui per donnine stradali, bisogna vedere se stavi puntando alle bianche (rumene) o nere (nigeriane). 
In effetti, a ben pensarci, quest'anno non ho ancora fatto un puttan's tour a bianche, preso com'ero tra free e Hope. Bisognerà che una di queste sere provveda a porvi rimedio, quantomeno per fini statistici, facendo un aggiornamento sulla situazione a whites, anche se quel poco che ho visto passando per caso in certe zone, direi che la situazione non è malaccio! Sarò piu' preciso in futuro.
Riguardo alle blacks sono piu' preparato.
La situazione in questo aprile vede una presenza notturna di quasi una cinquantina di ragazze sparse sul territorio, ma alcune esercitano così salturiamente che difficilmente, anche girando per tutta la notte, se ne incontreranno piu' di 30-35. Eviterei inoltre domenica e lunedì, dove molte si riposano dalle fatiche lavorative, godendosi una serata di meritato relax. Anche quando piove nei giorni infraweek le presenze calano drasticamente.. l'idea  che mi sono fatto è che gli affari vanno così male, che a meno che non sia un venerdì o sabato, in caso di pioggia non valga la pena stare all'aperto sotto un ombrello per ore, con il rischio di farsi solo un paio o addirittura  zero clienti...
Ma veniamo a una giornata non di pioggia, di sabato, con le blacks a ranghi completi.
Di tutte le blacks sparse per figogna vice, ce ne sono circa una decina che ritengo belle fighe, e di queste la metà sono ( o presumo che siano) missili.
Immaginate una città come venezia, o firenze, piene di turisti e di ristoranti. Se non si conosce la città, e si va in un ristorante a caso, 9 volte su 10 si beccherà un'inculata. 
Sì, per un foresto, figogna vice può sembrare fogna vice.. ma cazzi suoi, che se ne stia a casa sua :-) 
Attualmente, a parte Hope e Rihanna ( la mia Signora e l'amante...), ci sono altre due ragazze che mi attizzano per avvenenza e basso rischio missile, piu' una terza che mi è molto simpatica e credo sia una gran scopata, pur essendo fisicamente "solo" normale.
Tutto il resto dell'offerta blacks, per me, è specchietto per le allodole...

domenica 15 aprile 2012

"POLITICALLY SCORRECT"

Il commento di Rastigat mi ha fatto pensare "già, ma io per chi voterò alle prossime elezioni?"
Per fortuna c'è ancora molto tempo. Ovviamente non voterei per nessuno, ma visto che se non voto, sono gli altri a decidere al posto mio, tanto vale andare alle urne.
La premessa quindi è chiara: in questo momento, mi sento lontano anni luce da qualsiasi forza politica. Devo cercare di individuare il meno peggio, per me ovviamente, non in senso assoluto.
Finora ho votato sempre il PD, ma direi che ha ragione renzi (infatti lui sarebbe il primo da rottamare, in quanto arrivista come pochi): va rottomato, non se ne può piu'.
Pdl?centristi? Ma per l'amor di dio, piuttosto mi do fuoco davanti a montecitorio.
Fli? Fli che? che roba è, chi sono sti quattro gatti spelacchiati? ;-) Idv? italia dei valori?! buahahaha! Mah, non mi piace di pietro, e poi un partito che ha fatto eleggere gente come de gregorio e scilipoti...
Una volta mi stavano simpatici i radicali, ma finchè ci sarà pannella al comando (che tutte le volte si fa comprare per due soldi dal berlusca quando c'è bisogno di tirarlo fuori dai casini, anche se stavolta ci ha pensato la merkel a farlo fuori) non lo voto, e poi sono contrarissimo all'indulto: chi è in carcere perchè ha sbagliato son cazzi suoi, ci deve stare fino all'ultimo dei giorni di gabbio a cui è stato condannato.
Ora che penso alla lega non posso che confermare il mio non voto all'idv: mi son sempre stati sui coglioni, in qualsiasi campo della società, chi fa andare avanti nel partito i propri figli, segno di assoluto NEPOTISMO, come Bossi e di Pietro. 
La sinistra vendoliana o rifondazione comunista? Il muro è caduto da un bel pezzo, svegliatevi. E i sindacati, che una volta mi stavano simpatici, ora li vedo come fumo negli occhi: difendono solo gli interessi dei loro iscritti, non gliene frega un cazzo, ad esempio, dei disoccupati, e c'è gente, di qualsiasi lavoro si parli, che se le passa bene solo perchè ha una tessera in tasca e si sente intoccabile.
Fatti fuori tutti, rimangono i fascisti e i grillini. I fascisti secondo la Costituzione non dovrebbero neppure esistere. 
Rimangono i grillini.. eh sì, miei cari, non mi sono mai letto il programma di Grillo, che mi puzza un po' di bruciato.. però sicuramente gli riconosco di rompere i coglioni al resto della classe politica, quindi per questo, qualunquista quale sono diventato, mi sta davvero moooolto simpatico: che in realtà sia uno stronzo pari agli altri, sia chiaro, ne sono piu' che convinto.

Ho capito. Un giorno non mi resterà che fondare il mio movimento (la parola partito ormai è preistoria) politico: SESSO FELICE. 
"Piu' puttane (e  big bamboo) per tutti/e!"

CHE PALLE..

... fare il Papagiro! 
Ieri sera "mi è toccato" rifarlo. Era da un bel pezzo che non lo facevo, direi il primo per quest'anno, e quindi per una volta va beh, sbuffo un pochetto, ma lascio fare.
Da notare che davanti c'era Hope e dietro due ippopotami (femmine) nere, che mi ricordavano un po' le governanti americane di un tempo, tipo "via col vento". 
Ciarlavano come due zitelle, e a una - preparatevi alla scena trash - ogni cinque minuti le si riempiva la bocca di saliva, e doveva tirare giù il finestrino e scaracciare fuori.. sperando che non abbia beccato la fiancata della trombomobile, non ho avuto ancora il coraggio di guardarci... per fortuna che almeno ieri pioveva!
Certo, uno, in questo periodo di crisi, volendo potrebbe reinventarsi come taxista abusivo di puttane. Fossi un pensionato farei questo di mestiere. Purtroppo di questo andazzo andrò in pensione quando avrò già un piede e mezzo nella fossa, ma ai pensionati di oggi, 60 enni e senza coniuge, consiglierei di fare sta vita: il "taxi driver notturno" di fanciulle dedite al mestiere, farsi pagare in natura, e di giorno dormire!

SCOPOPAGANDO IS BACKING!

 Forse l’inglese non è perfetto, ma chi se ne fotte! Ho attraversato un periodo buio, un periodo in cui anche se vedevo un perfetto culo a m...