giovedì 17 giugno 2010

COSTUME BIANCO O COSTUME NERO? by RAWMEAT


Bene, nei prossimi giorni posterò quello che mi è successo tra venerdì notte e mercoledì pomeriggio. Ma visto che ero arrivato a postare a poco prima dell'arrivo di fabietto, ci sta a pennello qui il contributo di Rawmeat, che ci racconta come ha passato le ultime sue ore a pattaya, giovedì sera, dopo che ci eravamo salutati ahimè frettolosamente in soi6, quando ho scelto quel fighino di Am.
Che bravo ragazzo è il Dr. Spina!” pensavo tra me e me, subito dopo averlo congedato sull’uscio di un bordello di Soi 6. “Vedendomi così sconsolato, mi ha persino detto che avrebbe rinunciato, a mio favore, alla farm fresh girl che si era appena scelto, pur di risollevarmi un po’ il morale. Io alla sua età non l’avrei certamente fatto, per uno di vent’anni più vecchio di me ( ma saranno poi solamente venti gli anni?), che si era materializzato solo dopo un lungo anonimato,  così sfuggente da farmi persino dubitare a lungo  della sua esistenza…
Proseguii, senza voltarmi, verso la Beach Road. Assieme al Dr. Spina, lasciavo dietro di me il Rawmeat materiale e ritornavo nelle vesti di quello virtuale. O forse già nelle vesti di me stesso.
Intanto però la libido cresceva, complici le fantasie che quella enorme parata di troie aveva scatenato in me. Con la libido, però, si stava anche insinuando la sottile paura di fare la fine dell’asino di Buridano: il quale, non sapendo scegliere tra cibarsi di paglia oppure di fieno, finì invece con il morire di fame.
Raggiunta la Beach Road, salii così in fretta sul primo baht bus, ma ancora indeciso su dove fermarmi. Ben presto il baht bus si riempì di un gruppo vociante di uomini, donne e bambini indiani, le donne avvolte nei loro sgargianti sari multicolori, che stavano vivendo la loro vacanza a Pattaya proprio come le famiglie dei bancari italiani a Miramare di Rimini, nelle estati degli anni sessanta. Erano una moltitudine: due uomini che non avevano trovato posto sui sedili se ne stavano perfino aggrappati in piedi sui predellini di salita, proprio come sui treni e i tram di Calcutta. Puzzavano anche. Avrei voluto arrivare fino alla Walking Street, ma non resistetti e, facendomi largo a fatica, riuscii a scendere qualche centinaio di metri prima. Mi trovai proprio di fronte all’imbocco del Soi della Boyz Town (chissà perché Boyz e non Boys?), in cui non ero mai entrato prima, per ovvii motivi. Un centinaio di metri all’interno di questa via, però, proprio di fronte a un hotel dall’aspetto singolare e sinistro, il Penthouse, scorsi un gruppo di troiette in gonnellino bianco succinto e calze auto-reggenti di rete anch’essa bianca, che cercavano di attirare i clienti agitando cartelli con improbabili offerte di sconto sui “drinks” (del resto, questi ubriaconi di Inglesi, con che altro li potresti adescare?). I loro giovani glutei, esaltati dai perizomi e dai tacchi altissimi, mi convinsero assai più di quei cartelli: mi diressi quindi verso quel gruppo, infilai la mano nel caldo inguine di una di loro, entrai nel locale e mi sedetti a godere lo spettacolo in corso.
Era questa la solita miserrima “lap dance” che tutti i bar propinano ai clienti, per esibire la loro merce. Notai però qualcosa di singolare: il palco era a ferro di cavallo e, su un emiciclo, le troie indossavano un due pezzi bianco (proprio come quello della mia accompagnatrice) sull’altro uno nero. Guardandoli dal basso, i loro corpi erano ancor più eccitanti. Si muovevano con una femminilità e, al tempo stesso, una muscolarità che aumentavano ancor più il mio desiderio.
Solo dopo qualche minuto realizzai che i corpi con il costume bianco erano di “ladies”, mentre quelli con il costume nero erano di “ladyboys”. Su quale di questi due colori io, con passione crescente, abbia estinto tutti i miei ardori dell’ultima notte a Pattaya, rimarrà per sempre un mistero. Anche per Lei, Dr. Spina, mio caro e ineguagliabile compagno di avventura.

Come d’abitudine, il mattino dopo volli arrivare al check-in in aeroporto con largo anticipo. Stava appena albeggiando e i banchi di accettazione del mio volo non erano ancora aperti. Seduto ad attendere, pensavo che avrei potuto dormire almeno un’ora in più nel letto del mio hotel, invece di starmene come un ebete ad osservare le hostess che si accingevano ad iniziare il loro turno delle 6 del mattino…
D’un tratto, però, si avvicinò a me un gruppo di hostess diverse dalle altre: non vestivano nel solito modo, portavano costumi succinti, che avevo già visto e che mi ricordavano quelli delle girls dell’Iron di Pattaya… Anzi, erano proprio loro, le girls dell’Iron! Nello stesso momento scorsi nel gruppo, più sexy e più porca che mai, la boccuccia di rosa che, qualche giorno prima, non aveva accettato di farsi sfondare da me. Fui allora più veloce di un lampo, la agguantai per un braccio e le dissi: “No more excuses: I wanna fuck you in the ass, right now! And cum in your mouth!”.
Non cercò di divincolarsi, anzi ebbi la sensazione che fosse lei a voler trascinare me per un braccio.

Sir, Sir! In five minutes we are closing the check-in: Sir, please, wake-up! Please, check-in now, otherwise you will miss your flight!”.
Feci il check-in con il cuore in gola e corsi verso gli imbarchi. Mi voltai per dare un ultimo saluto a Rawmeat, ma lui se ne era già andato.

4 commenti:

Dott. Spina ha detto...

sì sì, caro mio, la sai lunga tu, ma la scusa degli indiani puzzoni non regge! :-) Fra l'altro la walking da boyz town è veramente a due passi! :-)
Io sarei pronto a scommettere un centone sul colore del costume che hai scelto.. dopo il no ricevuto dalla figona dell'iron nonostante dell'iron, stavolta secondo me sei voluto andare a colpo sicuro! :-)
ps: te lo scrivo anche in pubblico, grazie x la compagnia, è stato un piacere conoscerti e passa a figogna vice quando vuoi!

xxx72 ha detto...

Un amante totale dell'asshole non può che aver scelto chi l'asshole, per mancanza di "holes" alternativi, gli ha garantito :)
Io voto costume nero, katoey :)

Anonimo ha detto...

Bello questo racconto un po' psichedelico che termina con una sovrapposizione tra sogno e realtà.

Cazzo tutti scrittori questi puttanieri :)))))

Spina io ti credevo in Itali' già da sabato/domenica scorsi, e che quindi i giorni di blackout da rientro fossero almeno 4, invece eri ancora la' a spupazzarti delle fighette thai. E la' com'erano i Mondiali? Immagino bar pieni di inglesi panzoni che si sciroppano birre e partite niese intanto che tu scorribandavi nei trascurati go go.

Rastigat

Bastian contrario ha detto...

Il fatto che non voglia dire che colore ha scelto, la dice lunga su che colore ha scelto.

SCOPOPAGANDO IS BACKING!

 Forse l’inglese non è perfetto, ma chi se ne fotte! Ho attraversato un periodo buio, un periodo in cui anche se vedevo un perfetto culo a m...