sabato 10 luglio 2010

ABBEVERANDOSI ALL'OASE DEL PIACERE by Rastigat


Le mie mani sfilano tre fogli da 50 euro e glieli porgo. Le mi fa un sorrisone, mi mette un braccio attorno al collo e mi schiocca un bacio in bocca, una bella limonata, poi ancora un abbraccio, forte, strano, e un altro paio di bacetti umidi con le labbra e mi dice “I take a shower and then I want to stay some minutes with you”. Questa è completamente fuori, penso, sono circa le 22 di sabato 26 giugno.

Torniamo a 10 giorni fa. Decido che è il momento di tornare all’Oase, l’estate c’è, la voglia pure, e ridendo e scherzando è quasi passato un anno da quando ho conosciuto gli FKK, cosa che non ha mai abbandonato i miei pensieri. Becco un volo che fa così: parte venedì mattina alle 8.30 e alle 9.30 è ad Hahn, quindi ho tutto il tempo per noleggiare la mia macchinina e farmi una giornata piena di Oase. Il giorno dopo invece lo passerò ancora all’Oase, lo so che Spina non sarà d’accordo, ma a me piace l’Oase, gli altri non li ho manco visti, ma a me piace l’Oase, e poi ci sono un paio di ragazze che mi piacerebbe rincontrare, e il nome di una lo trovo negli elenchi recenti delle presenze che vengono fatti su Internationalsexguide, quindi lei, sweet-Krina c’è ancora. E’ già un motivo sufficiente per passarci sia la giornata di venerdì che quella di sabato. Punto. Il ritorno è domenica mattina alle 06.30 AM! Sì avete letto bene, alle zerosei e trenta del mattino. Quindi che senso ha prendere l’albergo per due notti se l’ultima ci dormirò al massimo 3 ore? Quindi niente albergo per la notte tra sabato e domenica, starò all’Oase fino al momento di partire per l’aeroporto di Hahn e il gioco è fatto.

Venerdì.

Sono all’aeroporto. Chi prende un volo per Frankfurt am Main il venerdì mattina? Fondamentalmente uomini, o meglio gruppi di uomini. Cerco di capire chi potrebbe essere in viaggio di affari e quindi va in Germania e chi invece come me potrebbe essere diretto a Scopolandia. Ci sono gruppi di 3-4 ventenni, vanno già negli FKK ? Così giovani? Mi sembra strano, e poi ci vogliono dei soldi, gli FKK saranno anche democratici perché fanno sì che chiunque possa trombarsi una gnocca stellare, ma un po’ di soldi bisogna maneggiarli, e con la paghetta di mamma e papà e la professione di studente ce ne vogliono di risparmi per un week-end a spasso per gli FKK. Andranno per la zona bordelli? Ma allora vai ad Amsterdam, che è 1000 volte più bella e più fun, più raccolta, la giri a piedi e in bici, ci sono i coffe-shop dove magari le canne non te le fai perché non ti piace fumare, ma in giro si respira un’aria di libertà di costumi e di vedute che non ha eguali. Comunque su tre sarei pronto a scommettere sulla destinazione non scopereccia. 50-enni andati, capelli grigi ma curati, alti, vestiti bene, che non significa giacca e cravatta, ma giacca e cravatta di qualità, con taglio e materiali da negozio del centro con arredamento in legno, insomma 3 business-man italiani sui quali sarei pronto a scommettere che il loro è un viaggio di affari. Magari una fiera, una roba super di nicchia, che so, la fiera delle macchine per fare i tappi dei vasetti di vetro, quelle cose che hai sottomano tutti i giorni e le ritieni delle banailità e poi quando ci caschi dentro scopri che c’è una complessità impensata in ogni oggetto che ci circonda. Ecco tre che forse non sanno nemmeno che ci sono gli FKK in Germania, penso. Comunque arrivo al mio ingresso all’Oase che avviene verso le due del pomeriggio. Innanzitutto scopro che la prima volta avevo veramente perso una verginità, cioè quella dell’effetto che fa il trovarsi in un posto con ragazze, alte, belle e bionde che girano completamente nude su tacchi da lapdancer. L’anno scorso era stato come se mi avessero tolto il sangue, lo avessero messo in un bollitore e poi reiniettato nelle vene a 100 gradi. I giorni successivi non mi era più successo, e venerdì scorso lo stesso; è chiaro l’impatto c’è ancora, non è una cosa usuale entrare in un luogo un po’ oscuro e incrociare 3 stangone nude con la passera depilata, ma manca la sorpresa, quella non c’è più, lo sai che è così, e quando lo sai lo sai, non ci sono cazzi, è una cosa andata che non torna più. Scendo negli spogliatoi e si sente parlare solo italiano. E’ incredibile, io sono da solo e non devo parlare con nessuno, potrei essere un crucco con genitori o nonni italiani, o uno spagnolo, non saprei, ma gli altri parlano eccome e parlano tutti il nostro idioma. Quanti italiani!!! E mentre cerco il mio armadietto chi incrocio? I miei 3 business-man belli belli, col pelo grigio sul petto, l’asciugamano in vita e la fede al dito. Ahahaha, che scandalo, quante corna, quante corna gente. No, no, non pensate che io voglia fare il moralista, si sa che vanno così le cose, ma quando le tocchi con mano è diverso. Quando vedo i fede-al-dito penso al momento in cui hanno detto: “Cara venerdì devo andare a Francoforte perchè ….”, mi immagino la scena moltiplicata per le tre mogli. Che inganno la vita. Comunque mi cambio, doccia e faccio un giro. All’interno c’è poco o niente, c’è una bella giornata di sole pieno, sereno e quindi la gente sta attorno alla piscina all’aperto. Il primo impatto non è dei migliori. Mi sembra che la qualità sia decisamente peggiorata. Io sono un puttaniere schifiltoso, mi piacciono le belle fighe, e da quello che vedo non ne vedo. Anzi scorgo una chiattoneria andante che l’anno scorso non ricordavo. Soccia ragazzi, ci sono delle budrigone che non le dovrebbero nemmeno fare entrare, ne va del nome del locale. Qualcuna ci vuole, per gli amanti del gènere, por caridad, ma qui sono la maggioranza mentre l’anno scorso le avresti dovuto cercare in mezzo alle splendide bionde l’est, e alle rumene incazzose ma veline. Comunque io ho bisogno di sparare il primo colpo e mi serve qualcuna, quando ecco chi mi spunta… Lisa-the-fox, sempre con il suo scanner alla ricerca di polli da spennare, incrocio il suo sguardo, e siccome che io pollo ce l’ho scritto in fronte e in questa occasione non faccio niente per nasconderlo, arriva subito da me. Solito rituale, mi parla direttamente in italiano, probabilmente sa anche con che volo sono arrivato, propone “un bel pompino al cinema” che è il suo campo di gioco abituale, ma io le dico andiamo direttamente in camera. Non mi dilungo più di tanto sulla prestazione, per me andare con lei è come andare a mangiare da Mac Donald’s, sai già il gusto che troverai, niente sorprese, ma a volte lo scegli proprio per quello, sei di fretta, se in un posto che non conosci e non vuoi rischi, quindi vai da Mac Donald’s e mangerai lo stesso panino del Mac Donald’s più vicino a casa tua, e la fame te la togli. E io – giusto o sbagliato che sia – adesso è proprio questo che voglio, togliermi la fame. Sulla pompa devo dire che ci mette del suo però, ha aggiunto una salsina nuova al solito BigMac, e la cosa non mi dispiace, brava, o forse è la fame che fa sembrare il panino più buono, comunque mi piace. Poi chiedo condom, me lo mette e al momento non ci faccio caso, ma in ogni cosa che facciamo ci sono abilità spicciole che sono comunque delle abilità e Lisa-the-fox i condom li sa mettere, come mi accorgerò più tardi quando avrò a che fare con tipe che si impicciano un po’. Zac, in un attimo sono incappucciato bene fino in fondo, un paio di posizioni, io sopra (con “busto eretto” come direbbe Paride, perché per me vedere il mio cazzo che entra ed esce è conditio sine qua non) un po’ di doggie-style, e via che mi sparo il primo cinquantello della giornata. Poi, a stomaco pieno, cominciamo a ragionare con calma. Mi svacco un po’ nel giardino, all’ombra però perché il sole picchia anche qui e non mi va di stare ad arrostire come fanno tutti gli altri. Man mano che passa il tempo l’arcano delle budrigone si svela. Le belle arrivano tardi, dalle 4 PM in poi. Arrivano le rumene-veline-inkazzate, arrivano le biondone ungheresi e tetesche, e arrivano le stunner. Le budrighe quindi cosa fanno? Arrivano presto, così i clienti se vogliono fare devono per forza scegliere tra di loro perché le granfighe non sono ancora arrivate. Scoprirò poi che in realtà, com’era ovvio, le budrighe hanno un loro mercato che non soffre di crisi nemmeno con le stunner e le veline in campo, e il mondo è bello così. Inoltre le budrighe hanno tutte le tettone, magari un po’ cascanti, magari no, ma comunque sono tutte molto tettute e si sa che per gli amanti del genere il richiamo è forte, non c’è pancia o culo un po’ cascante che tenga, le tettone sono le tettone. Non è il mio caso. Conosco così Julia-Canalis, polacca. Il Canalis non è perché le assomiglia, ma perché ne condivide il fascino tagliente. A dire il vero questo suo atteggiamento lo scoprirò più tardi incontrandola per il locale, al momento mi sembra solo una gran-bella-figa che ci sa abbastanza fare nell’accalappiarmi. Mora, abbronzata, capelli molto lunghi e vagamente mossi, qualche tatuaggio, culo da infarto e di viso direi un 10 pieno. Vado con lei. Della scopata non ricordo un granchè, anche perché la notte saltata di peso secondo me mi ha bruciato un bel po’ di neuroni, ma mi ricordo tre cose: una è che bacia e a me piace la cosa, però ad un certo punto mi dice basta, che le piace un po’ ma non troppo, che tradotto significa che non le piace e all’inizio l’ha fatto solo per darmi corda, la seconda è che mentre è in BBJ le apro le gambe e vedo il buchetto del culo più bello che abbia mai visto in vita mia. Mamma mia ragazzi, ci rimango male, mai avrei pensato che ci potesse essere un fiorellino di campo di cotale fattura, ed è difficile credere che per quello sia mai potuta transitare anche la più piccola quantità di cacca. La terza è che mentre sono sopra di lei e la sto scopando, la guardo bene e mi sembra meravigliosamente bella, da cui il 10 del viso. Vista così da vicino, semichiusa o semiaperta, ha una boccuccia che sembra disegnata da un pittore, e tra le labbra spuntano denti meravigliosi, non saprei descriverli, sembrano gioielli. Probabilmente se analizzata bene e con criteri oggettivi, è la più bella del locale anche se non si nota subito o viene sorpassata da bellezze che sono costituite più da appariscenza che da bellezza vera. Lei è bella vera, e vista in sèguito mi chiedo come mai io l’abbia scelta visto che quelle così di solito mi mettono un po’ di timore per la troppa figaggine. Inoltre ci sarebbe da aprire un capitolo sconfinato sui mille modi, spesso anche così diversi tra di loro, in cui la bellezza femminile si manifesta. La sessione è stata comunque impegnativa e anche piuttosto lunga. E Julia-Canalis mi dà anche uno spunto di riflessione che chiamerei volgarmente: “Effetto Minifiga”. L’Effetto Minifiga, che sarà noto brevemente come EM, quando la prestigiosa rivista Science pubblicherà le mie considerazioni in mèrito, lo scoprii svariati anni or sono, quando scoppiò la moda dei locali di Lap Dance. Il concetto di night che tipicamente puntava su un target di clienti stagionato e con una certa propensione a spendere, veniva surclassato dai Lap Dance di prima generazione che invece accoglievano orde di giovani che infilavano le mille lire nei tanga di queste ragazze bellissime i cui corpi mi lasciavano senza fiato. Il primo Lap Dance che ho frequentato era così, e con 10-15 mila lire ti divertivi una serata accarezzando queste ragazze i cui corpi erano incredibilmente snelli e aggraziati. Erano le proporzioni di questi corpi il mistero che non mi faceva dormire la notte. Ti trovavi tra le mani questi pancini piatti, a attaccati ad un girovita strettissimo che cingevi
con una sola mano, i fianchini arrotondati e belli, e le coscette da sgranocchiare come quelle delle rane fritte. Insomma c’erano queste ragazze che pur essendo delle stangone, avevano delle misure e delle proporzioni minute, e nelle quali lo stangonismo, che di per sé è un più perché l’altezza è sempre un bel pregio, andava a braccetto con la grazia e la delicatezza, tutto il contrario di spallone da nuotatrice e fianconi da vichinga tipicamente tipici delle ragazze molto alte. Scoprii così che il trucco era nelle scarpe da lapdancer che trasformavano delle ragazze minute in stangone, accoppiando così la delicatezza e le proporzioni aggraziate di un corpo slim con l’apparenza della granfiga alta 1.80 se non di più. Per dirla brevemente erano ragazze che in scarpe da ginnastica erano delle fighette carine e mini, a volte anche un po’ tappe, e che su quei trampoli acquisivano l’altezza senza però acquisire di quest’ultima il contro di una ossatura un po’ abbondante di spalle e di fianchi. Bene, Julia-Canalis, guardata con attenzione in séguito, ha l’EM, nel senso che quando l’ho incontrata era alta come me, che non sono altissimo, ma per una donna è un bel po’, ma sotto il suo piede, e non parlo del tallone, avrà almeno 10 cm di zeppa sgargiante e luccicante, e quindi diciamo 25 cm se non di più di tacco. Quindi se a Julia-Canalis mettiamo un paio di snickers e quindi le togliamo questi 25 cm, scopriamo che la strafiga-cubista è in realtà il corpicino di una ragazza un po’ piccoletta ma fatta molto molto bene. Il secondo aspetto dell’Effetto Minifiga è che comunque, anche quando svelato, non smette di farti effetto. Cioè la prossima minifiga che ti viene incontro barcollando su 25 cm di tacco che la trasformano in una grangnoccastangonacubista, ti inganna come prima, esattamente come una ragazza con gli occhi truccatissimi e ciglia triplicate dal rimmel ti piace di più ben sapendo che tolto il trucco (che non per niente si chiama “trucco”) non sarà diversa dalla collega acqua&sapone che hai sempre snobbato. Nel parco ci sono i letti all’aperto. L’altra volta non li avevo visti o forse non c’erano. Sono dei letti coperti da una cappottina tipo calesse che puoi più o meno abbassare per fare ombra e sui quali puoi fare sesso open-air sotto gli occhi di tutti. C’è anche il lettone sulla montagnola, che è sempre molto gettonato dai più vigorosi ed esibizionisti, per cui non è raro che passeggiando si butti un occhio lassù e si veda una pompa in diretta, o un bel culo alzarsi ed abbassarsi su un cazzo in una prosaica smorzacandela. Ogni tanto arriva qualche “oh” da pornostar fino al fatidico e casereccio “aaahhhh” che accompagna la venuta del torello di turno. Ma non è bello così ? Non si può fare a meno di riflettere su questi posti e questi momenti. Praticamente sto passeggiando su un prato erboso ben tosato, attorno ad una piscina rotonda in cui uomini e donne simulano un corteggiamento, o si baciano o si accarezzano nell’acqua (sorvoliamo su cosa succede sotto il pelo dell’acqua). Ci sono lettini prendisole ovunque dove qualcuno se la ride con gli amici, altri leggono il giornale; dal lettone sulla montagnola giungono mugolii e rantoli di piacere, e su di un letto open-air un signore attempato ha la faccia affondata tra le cosce spalancate di una bionda, che poi ricambierà facendogli una pompa con lui in piedi. Sembra di essere in un mondo che non esiste e invece è là, e in tutto questo non c’è niente di torbido o decadente. Se uno lègge e non c’è mai stato pensa a qualcosa di imbarazzante, e invece nessuno bada a te perché tutti si fanno i cazzi loro, e se vuoi farti fare un pompa sul letto open-air non ti cagherà nessuno, in fondo cosa c’è di male? Verso le 18.30 tutte sono arrivate, anche le top-class, e c’è la grigliata nel parco, per cui c’è una parentesi di tempo in cui l’Oase smette di essere un trombificio e si trasforma in una festa qualsiasi. Ci sono le ragazze che fanno le galline rincorrendosi attorno alla piscina con gli urletti tipici di qualsiasi piscina, solo che lì sono belle e nude, e c’è la gente che mangia, ai tavoli sotto i gazebo, o sui lettini con il piatto sulle gambe. Faccio conoscenza con una rumena anomala, perché è rotondetta e simpatica. Dice che ha appena iniziato, prima ha fatto le pulizie e la badante in Italia, e non le piace andare a proporsi agli uomini, le piace parlare, stare in compagnia, si capisce che apprezza il lato festaiolo dell’Oase e molto meno quando si deve guadagnare il cinquantino. Vicino a lei una combriccola di rumene che fanno gruppo separato e al momento si godono la giornata e di farsi clienti non ne vogliono sapere. Una è decisamente carina, e molto molto teen, fisichino e questa è alta di suo, senza zeppe, tettine a punta, avrà 19 anni, molto bellina anche in viso, ma troppo rumena per i miei gusti. Un’altra l’ho incontrata varie volte, una zingara pura, come quelle delle giostre che guardano tutti con sospetto, molto inkazzata, il dialogo in gènere si è svolto così; lei con fare inkazzosissimo: “italiano-andiamo-scopare”; io faccio ciao con la mano. Ce n’è poi una ancora più zingara, questa è gitana, che è amichevole come la punta di una lama, guai se ti avvicini. Poverina, d’altra parte magari è cresciuta in un campo nomadi, con 14 fratelli ladri e truffaldini per indole e bisogno, e da lì non esci mica con l’animo candido di sicuro, o forse è un inganno della mia fantasia, la tipa comunque è molto selvatica. In quel momento hanno creato una Bucarest-town nel giardino dell’Oase e se entri come minimo ti scippano il portafogli e l’orologio anche se non li hai; ai margini di questo territorio c’è la mia amica che parlotta con me che sono anche malvisto da molte di loro, una delle quali dichiara anche apertamente di non gradire la mia intrusione; ma la mia amica che invece ha una granvoglia di parlare con qualcuno tranquillo dal quale non si debba difendere o che non debba accalappiare, che in quel momento sono io, la fanculizza in rumeno. Così mi sfagiola un po’ di info, tipo che secondo lei Lisa-the-fox non è affatto metà marocchina e metà spagnola come lei sostiene, ma è una rumena pure lei dal modo in cui parla rumeno. D’altra parte Lisa-the-fox parla italiano come un’italiana, e poi spagnolo, tedesco e chissà cos’altro, comunque Lisa-the-fox non fa comunella con nessuna di loro. Alcune ragazze all’Oase ci dormono proprio, in camere da 6 letti. Alcune ragazze sono sfruttate, hanno qualcuno a cui devono consegnare i soldi, altre invece no, stanno per i fatti loro, quello che fanno se lo tengono, e se un giorno guadagnano bene quello dopo possono anche fare spallucce ai clienti e godersi una giornata in piscina, oppure abbordare solo quelli che ritengono piacevoli anziché buttarsi su tutti senza distinzione di aspetto e quant’altro. Secondo lei il barometro è che quelle che vanno come i treni, e appena finiscono con un cliente si buttano subito a cercarne altri senza mai un attimo di sosta sono quelle che a fine giornata devono rendere conto a qualcuno dei soldi che hanno fatto. Tra queste c’è una gattina rumena (per “tra queste” intendo una di quelle in stile catena-di-montaggio, sul fatto che sia sfruttata non saprei dire), ma rumena solo di nazionalità, perché a quanto pare non ha niente del loro modo di fare, è dolce e carina, e questa va come un Frecciarossa. Appena esce dalle docce, va da uno e non l’ho mai vista andare a vuoto. Giovani, vecchi, belli e brutti, nessuno le dice no, mai vista rimbalzata, per cui è sempre, dico sempre, in camera con qualcuno, tranni i pochissimi secondi che le servono per convincere il malcapitato o il fortunato di turno. Lei è Johanna-spina-nel-fianco e il motivo di questo soprannome lo scoprirete solo leggendo, dico solo che la prima cosa che ho fatto arrivato a casa è stato cercarla su Internationalsexguide, ma non so come si scriva il suo nome, e se anche lo sapessi altri potrebbero averlo scritto diversamente quindi le mie ricerche sono al momento infruttuose. La mia amica infiltrata nella mafia rumena mi dice che Johanna-spina-nel-fianco ha 18 anni e quando me la indica non le do peso più di tanto, salvo il fatto di cominciare a tenerla sott’occhio e notare che fa un cliente dopo l’altro senza soste e senza ottenere mai un rifiuto. Nota di colore 1: Sweet-Krina che con un invidiabile senso di sintesi un commentatore su Internationalsexguide definiva “porcelain-skinned, perfect body, c-cup breast” e che speravo tanto di incontrare non s’è vista, ma chissenefrega. Nota di colore 2: conosco alcuni italiani simpatici coi quali mi faccio un po’ di sganasciate, e loro per esempio commentano con “aaaazzzz che strafica… maronna che bel culo….” delle budrighe con le quali io non andrei nemmeno se mi pagassero loro, quindi tornando a quanto dicevo prima il mondo è bello perché è vario. Sta di fatto che sono a due timbrate, di cui la seconda è stata una bella scavallata, e non è da me non essendo certo uno scopatore maratoneta. Il tempo passa e io non sono in formissima; mi sono alzato alle 5 del mattino, ho mangiato male, pizza da forno unta intanto che guidavo verso l’aeroporto che m’ha fatto venire mal di stomaco, e poi più niente fino alla grigliata delle 18.30 che non era certo riso in bianco, un atteggiamento sbagliatissimo e non conforme alla vita da atleta che si dovrebbe fare per rendere al meglio in queste occasioni, e quindi sto meditando il ritiro…. quando - sbucata da un nugolo di teteschi palestrati che guardano una partita serale dei mondiali - mi viene in contro Johanna-spina-nel-fianco e si propone. Lei fisicamente è l’emblema dell’Effetto Minifiga, la porterò come prova vivente quanto presenterò le mie teorie alla comunità scientifica internazionale, ma come abbiamo detto l’Effetto Minifiga ti travolge anche se lo conosci, per cui sebbene riesca addirittura ad essere un po’ piccolina anche sui trampoli, quando
mi trovo tra le mani questa micina non connetto più tanto bene. Inoltre è anche socievolissima e incredibilmente dolce; appena mi vede titubare, principalmente a causa delle mie batterie un po’ scariche, fa la prima cosa che mi lascia un po’ interdetto: cioè mi butta le braccia al collo e mi stringe fortissimo appoggiando la testa al petto – che è poi dove arriva con i trampoli ai piedi – un abbraccio adatto ad una sorella che non vede il fratello maggiore da 10 anni e lo abbraccia con affetto e tenerezza, e poi comincia a sbaciucchiarmi il collo e le guance e a farmi sorrisoni dolcissimi e musetti, e insomma io sono inerme e dico andiamo, alchè lei è felicissima, gioisce come se avessi detto ad un bambina che la porto a Gardaland e mi schiocca altri bacini di ringraziamento, questa volta sulla bocca, e preme forte e poi schioca il bacio, insomma una cosa proprio di impeto, ma – torno a dirlo – molto tipica dell’affetto. Mi prende per mano e cominciamo a cercare una camera libera e visto che è venerdì sera non è facile; lei è davanti a me, si gira sconsolata perché dove siamo sono tutte occupate, io che devo fare, sono anche un po’ cotto, mi limito a farle un sorriso e lei ancora mi salta con le braccia al collo e striggne e sbaciucchia. Boh, sarà proprio tenera così di natura. Poi ne troviamo una; mi fa coricare e mi viene sopra a cavalcioni e ricomincia ad abbracciarmi come prima, e poi limoniamo come due adolescenti sui divanetti della discoteca. Io sto perdendo un po’ il lume della ragione, e mentre siamo lì che ci baciamo come due innamorati lei, con la solita angiolettitudine, comincia con: “Do you like anal sex? Do you want to do anal sex with me?”, ma non è che ha tirato fuori la vena diabolica, no, no, tutto avviene con l’atteggiamento Gardaland ed è un po’ spiazzante, “Do you want to finish here?” e si indica con il ditino la bocca, cioè mi sta proponendo di incularla e venirle in bocca, io le dico intanto cominciamo con lo straight sex e poi vediamo, e allora ancora baci, abbracci, musetti, sorrisi. Gioca a fare la bimbetta dolce e impertinente? Boh. Non è che questa 18 anni li compie tra 2 o 3 anni? No dai siamo in Tedeschia, qui sono seri per tradizione, all’Oase mica fanno entrare le minorenni. Comunque parte con un BBJ intanto che io accarezzo il suo corpo perfetto, mini ma perfetto. Solo che poi mentre stiamo scopando io – causa stanchezza e anche il fatto là sotto non è poi così stretta come si potrebbe immaginare – diciamo che perdo un po’ del mio vigore e appena faccio per tirarlo fuori subito si rimette a succhiare, poi ancora scopare, poi succhiare, così un po’ di volte, quando altre si sarebbero spazientite da tempo, e poi ancora via ancora con ‘sto “Do you want to do anal sex?”. Insomma cara mia, cosa vuoi che te lo metta nel culo, che faccio fatica a scoparti… “Do you want to finish here?”. Vabeh dai, diamola su, mi tolgo il condom e le dico ok per il finish here, e lei è contenta come una ragazzina e giù a succhiare. Succhia che ti succhia quando finalmente mi sento sul rettilineo finale, lei zac, cambia ritmo, prende fiato, boh, comunque mi stoppa, no cazzo, allora ci tocca fare un altro giro di pista completo, a me non succede spesso, in gènere se una ci si mette d’impegno non le ci vuole tantissimo, e via giù a succhiare, intravedo ancora il traguardo e zac, cambia ancora ritrmo, porca puttana, stavi andando bene cosa cambi, ma è ovvio poveretta lei mica sente quello che sento io, e nelle sue variazioni c’è il desiderio aumentare l’effetto non diminuirlo, allora finiamo che io mi sego mentre lei me lo tiene in bocca altrimenti non so quanti giri di pista avremmo fatto ancora. Solo che poi mi dispiace, perché in fondo sono un bravo ragazzo, e un conto è venire in bocca ad una porca che fa la porca, ma questa è un angioletto, o forse un demonietto, non lo so. Sèguono abbracci e coccole a gogò, mi dice svariate volte che le piace stare con me, e sembra sincera, mi viene naturale pensare che sia la solita manfrina, ma sembra sincera in tutto quello che fa. Quando le sgancio il centone in gènere ci si dà un bacio sulla bocca di saluto e ognuno per sé, questa invece ricomincia ancora con gli abbracci e i baci, ed è contenta come se avessi regalato la Barbie ad una bambina. Me ne torno in albergo con mille pensieri su questa ragazza strana.

3 commenti:

Anonimo ha detto...

Mai sentito parlare di ecstasy ? è probabile che Joanna si fosse calata un bel pillolone di quelli buoni !

Anonimo ha detto...

Gallagher ha letto questo post tutto d'un fiato. Bellissimo, ma caspita, pure un po' inquietante...
In ogni caso sempre ringrazia Rastigat e Spina e saluta!

Anonimo ha detto...

Cavoli che rece ! A me la ragazzina non sembra per nulla strana, anzi furba ... furbissima. Sa di essere figa e che figa+dolcezza è un binomio che manda in pappa il cervello a molti uomini. E lei lo sfrutta bene .... una inarrestabile macchina da soldi .... non per niente eri convinto di spendere il tuo cinquantino e ne hai spesi 100, e ringrazia la stanchezza, altrimenti il tuo angioletto te ne avrebbe scuciti ben 200 in mezz'ora. E poi sotto con un'altro.

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