Day two.
Entro. Doccia. Esco dagli spogliatoi.
Incoccio subito in Maria. No, non è Scopopagando che s'è sbagliato
e ha rimesso il post del Day 1, è che anche il secondo giorno
incoccio subito in Maria.
Stavolta ho deciso di adottare la formula
"faccio un dritto", che significa che poichè il mio volo
di ritorno è domenica mattina presto, ho fatto in albergo solo la
notte tra venerdì e sabato, mentre quella tra sabato e domenica la
salto, cioè starò all'Oase più tardi che posso, poi me ne andrò
verso Hahn con tutta la calma possibile, e se comunque arriverò
troppo in anticipo farò un pisolo in macchina nel parcheggio della
Hertz. Ho fatto così solo un'altra volta e la domenica ero
abbastanza sconvolto, ma con il 50ino che risparmio magari mi faccio
una trombata in più, oppure potrò pensare che una scopata me la
regala la notte in albergo che non farò. Per questo "dritto"
sono in un certo senso costretto a passare un sacco di ore all'Oase;
un po' perchè devo rimanere fino a tardi, come già detto, ma anche
perchè devo lasciare l'albergo dove ho dormito verso le 10 del
mattino, il tempo non è un granchè bello per fare un giro a
Frankfurt e quindi all'Oase arriverò anche bello presto. Dovendo
passare molte ore nel locale devo diluire il budget e la stamina in
un ampio arco di ore e quindi non posso buttarmi subito in una camera
2 secondi dopo che sono arrivato.
Solo che Maria mi si appiccica
addosso, frontalmente; siamo in piedi uno davanti all'altro ma mi sta
talmente addosso e spiggne con il suo corpo, che è come se io fossi
orizzontale e lei sopra di me con il suo peso. Le mie mani vanno da
sole, scendono in parallelo lungo la sua schiena asciutta e
vellutata, si fermano sulle sue natiche, e poi stanno lì. Lei
allunga dei bacetti, poi dei linguini appena accennati, poi dei
linguoni intrusivi. Siamo davanti al bancone del bar. Mi chiedo
spesso come cazzo fanno i baristi dell'Oase a stare tutto il giorno
in un posto pieno di fighe nude, e in più vedendo un sacco di uomini
che se le portano in camera. Vabeh che ci si abitua a tutto, ma come
fanno? Sparo le solite cazzate dicendole che l'ho vista che il giorno
prima mi ha tradito con altri uomini, mentre io le sono rimasto
fedele per tutto il tempo (vero), che l'ho sognata tutta la notte,
che dovevo già essere in Italia a quest'ora ma ho rinviato il volo
per venire a chiederle di sposarmi, che ho un cavallo bianco qui
fuori che mangia biada come un cavallo, in attesa che io la porti al
mio castello... resisti Rastigat, hai ore in doppia cifra da passare
qui, spenditi bene, diluisci le tue forze. E infatti cedo subito,
andiamo in camera immediatamente, non sono mica un monaco buddista
che deve superare le 7 prove di resistenza alle tentazioni e ai vizi,
e comunque anche lui non riuscirebbe a stare con le mani sul culo di
Maria per più di un minuto senza portarsela in camera. La rimetto
ancora a culo-in-sù e mi fiondo ancora su quella meraviglia di
passera con contorno di popò, altra bella scopata, ma stavolta
niente bis, altrimenti finisco come un maratoneta che parte con lo
scatto di un centometrista.
Il tempo inoltre è bruttino e piovoso,
quindi senza il mega-giardino a disposizione sarà dura passare così
tante ore. Faccio amicizia con degli italiani molto simpatici, e
stando con loro a chiacchierare è più facile respingere gli assalti
delle truppe rumene. Devo dire che è la quarta estate che vengo
all'Oase, la prima è stata nel 2009, e all'inizio c'era più
assortimento: un nutrito gruppo di ungheresi, poi polacche, russe,
bulgare (le bulgare sono una declinazione delle rumene secondo me) e
tedesche. Queste ultime ci sono ancora, ma non ne ho mai provata una,
mi danno tutte una impressione troppo professionale. Per il resto il
dominio è rumeno assoluto, un po' come un ecosistema in cui immetti
una nuova specie dominante che si espande, mangia e scaccia le altre
e alla fine si impossessa del territorio. Però c'è anche da dire
che - sebbene con molte di loro non andrei mai in quanto si vede da
km di distanza che sono missili - 'ste rumene sono delle granfighe,
poi c'è sempre l'effetto di quelle scarpe da lap-dancer che da una
spinta globale. Su quelle scarpe, oltre al già citato Effetto
Minifiga, tutto il corpo assume una postura provocante; per esempio
la schiena si incurva di più, il culo ruota di conseguenza e sale,
le gambe sembrano più lunghe, ma talvolta - quando le ragazze stanno
tanto tempo in camera con dei clienti danarosi che le bookano per ore
- succede che escano e vadano al bar a prendere qualcosa da bere per
loro e per il loro amante del momento. Talvolta, per fare prima, non
stanno a mettersi quei tacchi allucinanti che le costringerebbero a
camminare lentamente e in equilibrio precario, mettendoci tanto tempo
e quindi rischiando di fare intedere al cliente che gli tocca pagare
minuti di solitudine, e quindi escono con le ciabatte di lui.
Talvolta succede che giù da quei tacchi i culi caschino un po' a
terra e certe pulzelle diventino improvvisamente molto più terrene,
per non dire terra terra.
Comunque a proposito di rumene che si
fingono altro, quando è di nuovo ora di trombare vengo a contatto
con Jennifer, che vidi un paio d'anni fa, quando non ci andai perchè
intimorito dal suo aspetto da bambola sessuale, ma a quei tempi mi
disse serenamente di essere rumena. Dopo quella volta, cominciò a
fingersi pateticamente spagnola, precisando ogni volta di essere di
Madrid, commettendo anche questa ingenuità, poichè se si volesse
rafforzare una bugia fornendo dei dettagli all'interlocutore,
bisognerebbe scegliere una località nativa meno famosa, che so,
Valencia, Siviglia, ma scegliere proprio la capitale è un po' come
scegliere quella in quanto non se ne conoscono delle altre. Comunque,
dopo la prima volta, mi si è sempre rivolta parlando spagnolo, e non
parlando io spagnolo non saprei dire se lei lo parli bene o male, ma
di sicuro lo parla. Solo che, per il puro gusto di metterla con le
spalle al muro, ogni volta che parlo con lei le rivelo che so - senza
ulteriori dubbi - che è rumena, le ricordo che lei stessa me lo
disse, e le ricordo che più o meno in autunno del 2010, quando
doveva essere arrivata da poco, diceva di essere rumena. Malgrado
ciò, ogni volta viene imbastito un allegro siparietto con lei che,
parlandomi in spagnolo, mi dice che sono "mentiroso" e mi
snocciola i suoi natali iberici. Comunque rumena o spagnola è una
bella figa, tutta curvilinea, giovane, abbronzata come si addice ad
una spagnolera, sempre con un fiore nei capelli e quintali di
lucidalabbra che fanno sembrare quella cavità come un frutto che
vorresti succhiare. Ci vado in camera, ricordando che l'estate scorsa
mi aveva baciato con calore. E ricordavo bene, infatti - tranne
pochissimi casi - ho sempre trovato ragazze abbastanza baciose, ma
così come ci sono 1000 modi di praticarti la fellatio, ce ne sono
altrettanti di praticare questa nobile arte. Jennifer, anzichè
metterci una timida punta della lingua, come fanno molte, bacia come
dovrebbe baciare una ragazza con cui si è instaurato un buon livello
di confidenza nel mondo reale, cioè in modo profondo e lento. Poi
non è che ci stia delle ore, ma quei pochi baci che mi concede, se
mi venissero comminati da una non-pagata, li giudicherei veramente
colmi di ardore. Poi, fedele alla sua immagine da bambola sessuale,
si pone sempre in pose che escono da quelle canoniche, ravvivando la
sessione con fantasia e iniziativa. Se la scopi a missionaria puoi
stare certo che applicherà qualche variante, oppure mentre la sto
scopando a pecorina mi propone, per esempio, di seguirla senza uscire
da lei mentre si distende sul ventre, poi appena è giù, ruota un
po' il culo in modo da agevolare l'accesso alla sua splendida gnocca,
e in quella posizione mi viene veramente da sbatterla senza tanti
riguardi, forse perchè mi trasmette un'idea di sottomissione. Tutto
sommato è una trombata abbastanza standard, non travolge ma non
delude, è come uscire a mangiare una pizza il martedì sera: sai che
non sarà un tripudio di cucina, ma nemmeno avrai brutte sorprese.
Nel post-trombata mi faccio ancora qualche ghignata sulla storia
rumena-spagnola, ma almeno lei la prende simpaticamente e ci facciamo
due risate; è chiaro che sa che so, ma regge la parte fino alla
fine. Intanto passano le ore, mi diverto assistendo allo spettacolo
di un italiano che, sul palchetto della lap-dance con una mia ex
conoscenza, anima un po' il locale, sbevazzo qualche coca, mangio
quello che passa la parca mensa, e incontro Sarah.
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