mercoledì 18 luglio 2012

SEMPRE RASTIGAT ALL'OASE


Day two.

Entro. Doccia. Esco dagli spogliatoi.
 Incoccio subito in Maria. No, non è Scopopagando che s'è sbagliato e ha rimesso il post del Day 1, è che anche il secondo giorno incoccio subito in Maria. 
Stavolta ho deciso di adottare la formula "faccio un dritto", che significa che poichè il mio volo di ritorno è domenica mattina presto, ho fatto in albergo solo la notte tra venerdì e sabato, mentre quella tra sabato e domenica la salto, cioè starò all'Oase più tardi che posso, poi me ne andrò verso Hahn con tutta la calma possibile, e se comunque arriverò troppo in anticipo farò un pisolo in macchina nel parcheggio della Hertz. Ho fatto così solo un'altra volta e la domenica ero abbastanza sconvolto, ma con il 50ino che risparmio magari mi faccio una trombata in più, oppure potrò pensare che una scopata me la regala la notte in albergo che non farò. Per questo "dritto" sono in un certo senso costretto a passare un sacco di ore all'Oase; un po' perchè devo rimanere fino a tardi, come già detto, ma anche perchè devo lasciare l'albergo dove ho dormito verso le 10 del mattino, il tempo non è un granchè bello per fare un giro a Frankfurt e quindi all'Oase arriverò anche bello presto. Dovendo passare molte ore nel locale devo diluire il budget e la stamina in un ampio arco di ore e quindi non posso buttarmi subito in una camera 2 secondi dopo che sono arrivato. 
Solo che Maria mi si appiccica addosso, frontalmente; siamo in piedi uno davanti all'altro ma mi sta talmente addosso e spiggne con il suo corpo, che è come se io fossi orizzontale e lei sopra di me con il suo peso. Le mie mani vanno da sole, scendono in parallelo lungo la sua schiena asciutta e vellutata, si fermano sulle sue natiche, e poi stanno lì. Lei allunga dei bacetti, poi dei linguini appena accennati, poi dei linguoni intrusivi. Siamo davanti al bancone del bar. Mi chiedo spesso come cazzo fanno i baristi dell'Oase a stare tutto il giorno in un posto pieno di fighe nude, e in più vedendo un sacco di uomini che se le portano in camera. Vabeh che ci si abitua a tutto, ma come fanno? Sparo le solite cazzate dicendole che l'ho vista che il giorno prima mi ha tradito con altri uomini, mentre io le sono rimasto fedele per tutto il tempo (vero), che l'ho sognata tutta la notte, che dovevo già essere in Italia a quest'ora ma ho rinviato il volo per venire a chiederle di sposarmi, che ho un cavallo bianco qui fuori che mangia biada come un cavallo, in attesa che io la porti al mio castello... resisti Rastigat, hai ore in doppia cifra da passare qui, spenditi bene, diluisci le tue forze. E infatti cedo subito, andiamo in camera immediatamente, non sono mica un monaco buddista che deve superare le 7 prove di resistenza alle tentazioni e ai vizi, e comunque anche lui non riuscirebbe a stare con le mani sul culo di Maria per più di un minuto senza portarsela in camera. La rimetto ancora a culo-in-sù e mi fiondo ancora su quella meraviglia di passera con contorno di popò, altra bella scopata, ma stavolta niente bis, altrimenti finisco come un maratoneta che parte con lo scatto di un centometrista. 
Il tempo inoltre è bruttino e piovoso, quindi senza il mega-giardino a disposizione sarà dura passare così tante ore. Faccio amicizia con degli italiani molto simpatici, e stando con loro a chiacchierare è più facile respingere gli assalti delle truppe rumene. Devo dire che è la quarta estate che vengo all'Oase, la prima è stata nel 2009, e all'inizio c'era più assortimento: un nutrito gruppo di ungheresi, poi polacche, russe, bulgare (le bulgare sono una declinazione delle rumene secondo me) e tedesche. Queste ultime ci sono ancora, ma non ne ho mai provata una, mi danno tutte una impressione troppo professionale. Per il resto il dominio è rumeno assoluto, un po' come un ecosistema in cui immetti una nuova specie dominante che si espande, mangia e scaccia le altre e alla fine si impossessa del territorio. Però c'è anche da dire che - sebbene con molte di loro non andrei mai in quanto si vede da km di distanza che sono missili - 'ste rumene sono delle granfighe, poi c'è sempre l'effetto di quelle scarpe da lap-dancer che da una spinta globale. Su quelle scarpe, oltre al già citato Effetto Minifiga, tutto il corpo assume una postura provocante; per esempio la schiena si incurva di più, il culo ruota di conseguenza e sale, le gambe sembrano più lunghe, ma talvolta - quando le ragazze stanno tanto tempo in camera con dei clienti danarosi che le bookano per ore - succede che escano e vadano al bar a prendere qualcosa da bere per loro e per il loro amante del momento. Talvolta, per fare prima, non stanno a mettersi quei tacchi allucinanti che le costringerebbero a camminare lentamente e in equilibrio precario, mettendoci tanto tempo e quindi rischiando di fare intedere al cliente che gli tocca pagare minuti di solitudine, e quindi escono con le ciabatte di lui. Talvolta succede che giù da quei tacchi i culi caschino un po' a terra e certe pulzelle diventino improvvisamente molto più terrene, per non dire terra terra. 
Comunque a proposito di rumene che si fingono altro, quando è di nuovo ora di trombare vengo a contatto con Jennifer, che vidi un paio d'anni fa, quando non ci andai perchè intimorito dal suo aspetto da bambola sessuale, ma a quei tempi mi disse serenamente di essere rumena. Dopo quella volta, cominciò a fingersi pateticamente spagnola, precisando ogni volta di essere di Madrid, commettendo anche questa ingenuità, poichè se si volesse rafforzare una bugia fornendo dei dettagli all'interlocutore, bisognerebbe scegliere una località nativa meno famosa, che so, Valencia, Siviglia, ma scegliere proprio la capitale è un po' come scegliere quella in quanto non se ne conoscono delle altre. Comunque, dopo la prima volta, mi si è sempre rivolta parlando spagnolo, e non parlando io spagnolo non saprei dire se lei lo parli bene o male, ma di sicuro lo parla. Solo che, per il puro gusto di metterla con le spalle al muro, ogni volta che parlo con lei le rivelo che so - senza ulteriori dubbi - che è rumena, le ricordo che lei stessa me lo disse, e le ricordo che più o meno in autunno del 2010, quando doveva essere arrivata da poco, diceva di essere rumena. Malgrado ciò, ogni volta viene imbastito un allegro siparietto con lei che, parlandomi in spagnolo, mi dice che sono "mentiroso" e mi snocciola i suoi natali iberici. Comunque rumena o spagnola è una bella figa, tutta curvilinea, giovane, abbronzata come si addice ad una spagnolera, sempre con un fiore nei capelli e quintali di lucidalabbra che fanno sembrare quella cavità come un frutto che vorresti succhiare. Ci vado in camera, ricordando che l'estate scorsa mi aveva baciato con calore. E ricordavo bene, infatti - tranne pochissimi casi - ho sempre trovato ragazze abbastanza baciose, ma così come ci sono 1000 modi di praticarti la fellatio, ce ne sono altrettanti di praticare questa nobile arte. Jennifer, anzichè metterci una timida punta della lingua, come fanno molte, bacia come dovrebbe baciare una ragazza con cui si è instaurato un buon livello di confidenza nel mondo reale, cioè in modo profondo e lento. Poi non è che ci stia delle ore, ma quei pochi baci che mi concede, se mi venissero comminati da una non-pagata, li giudicherei veramente colmi di ardore. Poi, fedele alla sua immagine da bambola sessuale, si pone sempre in pose che escono da quelle canoniche, ravvivando la sessione con fantasia e iniziativa. Se la scopi a missionaria puoi stare certo che applicherà qualche variante, oppure mentre la sto scopando a pecorina mi propone, per esempio, di seguirla senza uscire da lei mentre si distende sul ventre, poi appena è giù, ruota un po' il culo in modo da agevolare l'accesso alla sua splendida gnocca, e in quella posizione mi viene veramente da sbatterla senza tanti riguardi, forse perchè mi trasmette un'idea di sottomissione. Tutto sommato è una trombata abbastanza standard, non travolge ma non delude, è come uscire a mangiare una pizza il martedì sera: sai che non sarà un tripudio di cucina, ma nemmeno avrai brutte sorprese. Nel post-trombata mi faccio ancora qualche ghignata sulla storia rumena-spagnola, ma almeno lei la prende simpaticamente e ci facciamo due risate; è chiaro che sa che so, ma regge la parte fino alla fine. Intanto passano le ore, mi diverto assistendo allo spettacolo di un italiano che, sul palchetto della lap-dance con una mia ex conoscenza, anima un po' il locale, sbevazzo qualche coca, mangio quello che passa la parca mensa, e incontro Sarah.

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