venerdì 20 luglio 2012

ULTIMA PARTE DELL'OASE by Rastigat


Sarah. L'anno scorso me l'ero fatta per il discorso di "almeno una volta nella vita" perchè aveva quel corpo lì a cui non avrei cambiato una virgola e una pelle di madreperla, ma era stata un po' lessa, inoltre - come avevo descritto - ha quel difetto tremendo di avere un visto da brava ragazza che ti smonta completamente il desiderio sessuale, è la ragazza che ogni madre vorrebbe per il proprio figliolo, però so che è simpatica, non si fa mai problemi a passare tanto tempo con te anche quando capisce che non cederai, e quindi ci accomodiamo sui divanetti per fare due chiacchiere. La prendo un po' in giro, le spiego che con quel viso dovrebbe cambiare lavoro e andare ad insegnare catechismo ai bimbi crucchi, lei sta al gioco, fa l'offesa, poi la gentile, poi di nuovo l'offesa, ci divertiamo insomma, e passa veramente tanto tempo, senza che lei accenni minimamente ad andare in camera. Chiacchieriamo di tante cose, e visto che parliamo senza filtri la rimprovero - sempre giocosamente - anche per essere stata troppo passiva quando siamo stati assieme, ma nel frattempo la accarezzo molto, ma senza malizia, non me ne sto approfittando, la sto accarezzando con gentilezza, le spalle, le braccia, la schiena quando siamo più vicini, insomma mi piace stare lì, e credo di non esagerare se vi dico che avremo passato un paio d'ore su quei cazzo di divanetti, al punto tale che a me è tornata la voglia, ho consumato i polpastrelli su quella pelle di ventenne e mi è piaciuta, so che in camera non sarà un granchè, ma mi sento anche un po' in debito per tutto il tempo che mi ha dedicato. Così, quando ormai lei pensa che ha buttato via il suo tempo con me, le dico di aspettarmi lì, che vado a fare una doccia e poi tornerò a prenderla come un fidanzato che va a prendere la sua bella davanti a casa, e andremo in camera. Lei non ci crede, il solito italiano bugiardo che si allontana con una scusa e poi non torna più. Che fama da fedifraghi che abbiamo. Invece faccio sul serio e quando torno, tagliando la sala principale, scansando un paio di "amore ti faccio un bello pompino al cinema", e lei mi vede arrivare, mi sento come Richard Gere che va a prendere Julia Roberts quando ormai lei non se lo aspetta più, le porgo la mano come se la invitassi a ballare un Valzer viennese e fossimo negli anni '50, e poi mano nella mano, andiamo a cercare una camera. Poi sarà che s'è sentita pungolata sul vivo quando le ho detto che non è tagliata per quel lavoro, o che era stata troppo passiva, ma rispetto all'anno scorso mi cambia da così a cosà. Mi chiede cosa e come mi piace, si impegna, ci mette una sacco di buona volontà e iniziativa, non è che le piaccio anche un po'? (eheheheheh). Insomma, una sessione da approfondire, così anche con lei invoco il bis, e tra la prima e la seconda parte un altro film allucinante di chiacchiere, solo sue stavolta perchè io ascolto e basta questa ragazza che si sfoga, sul suo passato, su quello che pensa dell'amore, mi chiede di parlarle delle volte che mi sono innamorato, poi si lancia in una invettiva contro gli uomini non sono mai fedeli e lei non si sposerà mai perchè non vuole essere tradita, mi racconta un lunghissimo episodio di una sua amica e del suo fidanzato che non sto qui a riportarvi perchè è veramente infinito. Poi mi racconta di quando con una sua amica è partita dalla Romania per venire in Germania a lavorare in questi posti, che a casa dice che fa la cameriera in un ristorante, che se sua madre sa cosa fa l'ammazza, mi racconta che poi è rimasta da sola e spendeva 35 euro di taxi per venire all'Oase, più 65 di entrata, più 35 di taxi per tornare a casa, e così 135 euro al giorno solo di spese fisse, il che significa che le prime tre volte ti servono solo per fare pari e patta con le spese, poi della sua passione per i gatti, per quello che ha e per quello bianco che vorrebbe, mi racconta degli episodi gatteschi che le sono successi nella vita, e quando parla dei gatti si illumina come una ragazzina (in effetti la è). Io sono travolto da questa ragazza che vuota il sacco, le dico la mia sull'amore e le altre cose che mi chiede, ma il tempo corre e io ogni tanto penso che qui se mi fa pagare anche le sue confessioni non mi bastano i cinquantini che ho nel portafogli. Poi come se mi leggesse nel pensiero, quasi mi chiede scusa e mi dice che non sta facendo la furba per fare passare il tempo e che non lo considererà. Non so che dire, si vede che aveva bisogno di parlare con qualcuno, probabilmente passa molte ore qui dentro dove ha solo contatti professionali, e fuori da qui è sola, o le persone con cui parla non sanno quello che fa e quindi deve sempre stare su un livello molto superficiale di conversazione. Boh, io quasi le voglio un po' bene dopo che mi ha raccontato metà della sua vita, sicuramente un po' mi ci affeziono, e poi non dimentichiamo che tutto il resto di lei è da "almeno una volta nella vita", quindi stiamo parlando di un bel po' di tempo trascorso insieme, oltre ai divanetti anche in camera, a volte più vicini, a volte più lontani, a volte mezzi abbracciati, a volte lei in ginocchio, con le mani sul grembo mentre io la guardo, e mentre lei mi parla di tutto e di più, quindi dai miei occhi di bellezza ne è passata a fiumi e un po' per desiderio e un po' per l'intimità che si è venuta a creare le salto addosso per la seconda volta, e ne viene fuori una bella scopata dolce e tranquilla. Povera Saretta, esempio di come si può fare un lavoro che "ti ruba la vita" (cit. AVV) senza perdere un certo candore dell'anima. D'altra parte c'era da aspettarselo, con quel viso da brava ragazza che evidentemente non è altro che l'espressione di quello che ha dentro. Mi porta via mezza giornata da sola, la Sarah, poi mi trascino un po' ancora per il locale, ad orari in cui non l'ho mai frequentato. Quando è molto presto e ci sono pochi clienti, ti dà l'impressione che ci sia poca gente. Quando è molto tardi e sono rimasti pochi clienti, ti dà l'impressione di quando finisce una festa.
Mentre cincischio seduto ad un tavolo si siede una ragazza per sfumacchiare una sigaretta; l'ho vista varie volte nel corso dei due giorni e non mi ha mai cagato neanche di striscio, non che ma la sia presa, anzi in genere si guardano le ragazze per valutarle (mi piace, non mi piace, è un missile, non lo è), ma bisogna farlo senza incrociare troppo i loro occhi altrimenti attaccano delle pezze da paura e poi le devi scacciare con il forcone. Con questa non ce n'è stato bisogno, sebbene abbia incrociato i suoi occhi non mi hai mai preso in considerazione, e nemmeno ha cercato di tenere il contatto visivo per capire se ero interessato. Visto che ce l'ho a 30 cm la guardo bene: ha degli occhi da paura. Sono dolci, dolcissimi, intensi, e nello stesso tempo sono perfidi e sprezzanti, sembrano occhi di chi ha vissuto molto e ne ha viste tante, e anche gli occhi di chi ha preso delle bastonate, ma anche gli occhi di chi ne ha date via un bel po', di bastonate. Le chiedo come si chiama: Amelia. Ahi ahi ahi, ho letto di lei su ISG tutto il bene e tutto il male possibile. Puoi trovarti benissimo oppure può rovinarti una giornata. I suoi occhi sono la seconda polaroid che mi porto a casa. Anzi, con il senno di poi nei 2-3 giorni successivi al mio rientro gli occhi di questa Amelia sono stati la cosa a cui ho pensato di più, di più che alle belle gnocche che mi sono fatto, di più che alle scopate goduriose in ambiente godurioso, di più di tutto; nei due minuti che li ho guardati mi hanno scombussolato l'anima, mi hanno fatto quasi paura.
E' tardi, esco, guido piano verso Hahn nel cuore della notte, e pensando alle ragazze con cui sono stato mi accorgo che erano tutte mie vecchie conoscenze, sono stato solo con ragazze con cui ero già stato almeno una volta. Non mi sembra un buon segno, forse le altre non mi hanno convinto, o forse - a causa del fatto che era un anno che non passavo di qui - non ero in vena di rischi missili, e quindi mi sono comportato in modo poco esplorativo, ho preferito andare sul sicuro. Penso tanto ai due giorni che ho trascorso, viaggiando sempre da solo, due giorni durante i quali sciolgo ogni legame con il mondo in cui vivo sempre, due giorni in cui nessuno sa dove sono, e un po' per questi motivi, e un po' per il modo più profondo di pensare che si ha di notte, mi sembra di essere stato due giorni in un mondo parallelo dove anch'io sono un altro.

1 commento:

Anonimo ha detto...

Passo a leggervi ogni tanto.. devo dire che Rastigat nei suoi post riesce a descrivere impeccabilmente un certo modo di osservare e muoversi ancor più che avventure ed evoluzioni sessuali.. la conclusione di questo post (come pure altri punti di altri sui post) immagino abbia colpito per efficacia più di qualche lettore..

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