martedì 28 aprile 2020

THAI 5 DI ENVING - PROLOGO - by Enving


Sono tornato da appena 3 giorni e, pur non avendone assolutamente il tempo, mi auto-costringo a scrivere questa cronaca! Voglio farlo prima che il tempo porti inesorabilmente con sé i dettagli e le sfumature di questa ennesima avventura: la mia Thailandia numero cinque!
Ebbene sì, in un soffio siamo già arrivati al capitolo numero cinque, peraltro in cinque anni consecutivi. È ormai palese come io sia totalmente assuefatto a questo paese e alle sue dinamiche, ai suoi ritmi, ai suoi odori, sapori, profumi, sfaccettature, tradizioni e alle sue puttane.
Come mia consolidata abitudine mi scuso se sarò pesante e prolisso, sono ben conscio di esserlo, ma non possiedo il dono della sintesi. Non riuscirò a dedicare troppo tempo alla revisione dello scritto e spero quindi che mi possiate perdonare qualche errore di battitura e alcune frasi non propriamente petrarchesche. Non invoco nessuna Musa per ispirarmi: non è un romanzo fantasy, è una cronaca di avvenimenti vissuti in prima persona e faccio riferimento in modo fedelissimo alle centinaia di note prese. Ho preso una marea di appunti sul cellulare e quest’anno mi sono anche aiutato con foto e date per riordinare i miei ricordi, che sono tuttavia ancora ben lucidi e presenti dentro di me.
Partiamo con la preparazione del viaggio: in primavera c’era tutta l’intenzione di partire e con essa anche un accordo di massima con il Londinese. Quando? Tra diversi mesi, ma sempre nello stesso periodo, come ormai da prassi consolidata. In estate il Londinese cambia lavoro, pur rimanendo nello stesso campo professionale, ma passa ad un competitor. Attimi di panico e incertezza totale quando non sa se gli verranno o meno confermati quei giorni di ferie. Il problema consiste nel fatto che gli accordi li aveva presi con il vecchio datore di lavoro, mentre la nuova compagnia non sembra intenzionata a parlare di ferie in modo così prematuro. Riconosco non sia il massimo presentarsi il primo mese al nuovo impiego con una frase del tipo “hey stronzi, io quelle due settimane andrò in ferie con Enving!”. Io dal canto mio cerco di tutelarmi in modo alternativo valutando altre candidature. Trovo un paio di idee valide e qualche timida conferma, ma ben presto le varie ipotesi vengono a cadere una dopo l’altra e mi sento circondato da numerosi dubbi.
Partire anche da solo? Meglio lasciar perdere? Forse cambiare meta? Chi mi conosce sa che sono un goliardico e mi piace la condivisione, soprattutto su certe attività. Me la cavo egregiamente anche in solitaria, ma sono uno da compagnia e propenso alle chiacchiere e alle risate. Mi seccherebbe farmi da solo due settimane di ferie anche se, con il senno di poi, sarei comunque partito anche in solitaria.
Lo stallo finisce a un mese e mezzo dalla data di partenza: il Londinese mi dà una doppia buona notizia in un colpo solo: gli hanno confermato le ferie in quel periodo e gli concedono anche un paio di giorni bonus in più! Ne sono davvero molto lieto! Morale della favola? Riusciamo a farci 17 giorni totali, di cui 15 abbondanti vissuti là interamente! Sono estasiato dalla notizia e prenoto tutto istantaneamente.
Nel pre-viaggio mi mantengo spesso in contatto con lui e optiamo per un classico programma: 5 giorni e Pattaya, 5 giorni a Sud di Phuket e 5 giorni finali a Patong.
Prenoto io l’albergo a Pattaya, stesso hotel dello scorso anno, un 3 stelle un po’ a sud del Central festival, al costo di 30 euro spaccati a notte per ogni stanza. Girando per le piattaforme dedicate alla prenotazione degli hotel, noto come paradossalmente i prezzi si siano abbassati rispetto allo scorso anno, nonostante il pessimo cambio euro-baht. La giustificazione sta sicuramente nello scarso numero di turisti occidentali visto e considerato che il cambio è tremendo, probabilmente il più basso mai fatto registrare nella storia: 33.3 baht per 1 euro.
A distanza di 20 giorni dalla partenza, tutto rischia clamorosamente di saltare. Valuto anche seriamente di annullare la vacanza e rimandare a tempi migliori. Il motivo? Un mio problema di salute. Senza entrare troppo nel dettaglio, mi viene riscontrata una problematica all’uccello. Sarebbe necessaria una piccola operazione in day-hospital, niente di preoccupante, ma i tempi di guarigione sarebbero almeno di 5 settimane e io ne ho appena 3 prima della partenza. Valuto quindi cosa conviene fare e decido alla fine di partire comunque, armato però di opportuna terapia conservativa per limitare il danno.
Ingenti impegni lavorativi mi fanno giungere cortissimo alla partenza e mi riduco a fare la valigia a mezzanotte della sera prima. Riesco a dormire appena 3 ore, poi suona la sveglia e mi reco pimpante all'aeroporto, ebbro come una scimmia in calore!
Nel primo volo, Italia/Abu Dhabi, non riuscendo a chiudere occhio neanche un minuto, mi guardo un paio di film e il tempo passa abbastanza. Ho appuntamento al gate del secondo aereo con il Londinese ma, dopo un’ora e mezza di attesa, non ve n’è traccia. Gli scrivo su Whatsapp utilizzando la rete wifi dell’aeroporto, ma il messaggio non viene consegnato e l’ultimo accesso risale a molte ore prima. Inizia il boarding e salgo sull’aereo. Il Londinese mi aveva detto di aver prenotato il posto a fianco a me e mi fa strano quando due indiani-pakistani arrivano e mi dicono di avere i posti accanto a me. Una signora chiede all’hostess quanto manchi alla partenza e lei risponde che mancano pochi minuti e stanno ultimando l’imbarco degli ultimi passeggeri. Sto per iniziare a dare per morto quel soggetto imprevedibile che è il Londinese, quando lo vedo fare capolino da una tenda! Si siede davanti a me perché ha confuso i posti da prenotare, insomma un grande classico del sempre preciso Londinese. Si era attardato a fumare nella smoking room dell’aeroporto e si è imbarcato al pelo! Chissà perché, ma non sono assolutamente sorpresa che ne stava per combinare una delle sue….
Il volo scorre tranquillo, ma siamo scomodi a chiacchierare e alla fine lui dorme e io guardo altri film. Atterrati a Bangkok, acquisto una Sim thai prepagata della Dtac, al costo di 600 baht (18 euro), con un traffico dati illimitato per la durata di 15 giorni. Quest’anno ho un nuovo cellulare e ho la possibilità di inserire una doppia scheda Sim al suo interno. Ne approfitto quindi per tenere entrambi i numeri: quello italiano per amici e affetti in Italia, quello Thailandese per le mie attività vacanziere. Espletato ciò, cerchiamo il taxista prenotato la settimana precedente con Mr T taxi (grazie Marlboro!) e una volta trovato ci dirigiamo rapidi verso Pattaya.
Durante il tragitto chiacchiero con il Londinese mentre configuro il mio telefono secondo le impostazioni che avevo studiato prima: nuovo whatsapp sul nuovo numero, nuovo Tinder, fake gps e Line. Sposto le mie vecchie app in una cartella complicata da raggiungere, così da non rischiare di aprire per sbaglio il mio Whatsapp italiano in momenti poco adatti a ricevere videochiamate. Finito ciò non voglio più pensare a niente perché il giorno più atteso di tutti è appena arrivato…
...Pattaya stiamo arrivando!!!


2 commenti:

Dott. Spina ha detto...

non so come cazzo hai fatto, nelle precedenti 4 thai, a stare senza sim thai, e a utilizzare il cell solo quando trovavi rete wifi. per me assolutamente una cosa inconcepibile.

Enving ha detto...

effettivamente quest'anno è andata molto meglio avendo a disposizione una rete dati con un numero thai. Il fatto è che nei viaggi precedenti non avevo un telefono dual-sim e non potevo rinunciare al mio numero italiano per varie ragioni. Mi seccava dover girare con due telefoni in tasca. Non c'erano molte altre opzioni e non volevo contattare persone in Italia con il prefisso di un numero Thai, sarebbe stato evidente a tutti dal prefisso dove fossi in vacanza! Riconosco comunque che un numero attivo con la rete dati è assolutamente fondamentale per contatti e logistica in loco.

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