giovedì 29 marzo 2012

"THE MEN ARE HERE FOR GAME" part. 1


Mentre le ragazze sono lì che discutono animosamente, mi ritrovo a pensare a quando sono stato preso a pietrate. Oddio, a pietrate fu presa solo la trombomobile, ma ricordo quando guardandola dritta negli occhi sfidai in modo glaciale la pazza di turno a colpirmi con il masso in testa, porgendo il capo. La pazza alzò il braccio armato.. le altre ragazze tutto intorno con il fiato sospeso.. ma poi non colpì, anche perché se l’avesse fatto ora mi sa che non potrei raccontarlo: io sono piu’ pazzo di te! :-)
Osservo ora tranquillamente la diatriba accesa in corso. Io seduto in macchina, con a fianco Hope, che discutono tramite il finestrino aperto lato guida (quindi io sono in mezzo) con Ciop e la sua nuova allieva (dopo che Hope è stata ripudiata) che sono fuori in piedi nel parcheggio, a portata di sputo dal sottoscritto.
Il grosso della discussione ovviamente avviene tra Hope e Ciop, con l’Allieva che ogni tanto ma in modo meno acceso dà man forte a Ciop. Quanto a me, sono lì, serafico, ad assistere la scena, quasi con il ditino alzato cercando di avere la parola. Nessuno mi caga, sembro trasparente.
Eppure voglio fare una semplice domanda a Ciop: “se Hope non ha un posto per lavorare, come fa a darti i soldi?”
Sono tranquillo, come dicevo. Sono strano, molto strano. Sono uno che in genere ha paura anche della sua ombra, nelle occasioni in cui invece ci sarebbe da avere paura o quantomeno essere seriamente preoccupati, sono tranquillissimo, in pace con il mondo; credo si tratti dell’inconscio autodistruttivo che mi ha sempre accompagnato e che è in me, sopito ma non sparito del tutto.
In questi frangenti sono poi felicissimo di guidare la trombomobile e non avere ancora cambiato auto (su questo argomento scriverò presto un altro post), perché prendere un altro paio di pietrate sul cofano, come ai bei vecchi tempi, non mi farebbe gran differenza: rottame è, e rottame rimarrebbe questa specie di auto, che schifa pure gli zingari!
In un rarissimo momento di quiete riesco a porre la mia domanda “Ciop, se Hope non ha un posto dove lavorare, come fa a darti i soldi?”
“Eh!” mi risponde semplicemente Ciop, prima di tornare ad accapigliarsi con Hope. Nel suo “eh” ci sta il seguente significato: “ lo so che se non lavora ci perdo dei soldi, ma è colpa di Hope se ci troviamo in questa situazione, e si deve arrangiare”
La discussione si anima sempre di piu’, e inizio a pensare che questa discussione finirà male. Ciò nonostante sono ancora molto sereno, ma alla fine la mia presenza e la mia serenità e sicurezza dimostrata, probabilmente consiglierà le due ragazze a non passare alle vie di fatto, anche se..
..anche se sembra di essere in un film di gangster ambientato nei bassifondi di Los Angeles, con Hope che le urla piu’ volte che andrà dalla polizia e poi se ne tornerà a casa in Africa, mentre Ciop, che fa il gesto della pistola come un rapper, le dice che le farà sparare da un killer! A volte vorrei capire e parlare inglese ancora peggio di quanto lo faccio già.
In tutto questo, ci sono di mezzo io, che serafico riesco a infilarmi in una micopausa per riformulare con tono assurdamente pacato la mia domanda “Ma scusa, se Hope non ha un posto dove lavorare, come fa a darti i soldi?”
Considerato che Hope ha tirato fuori ripetutamente l’argomento police, stavolta Ciop mi mostra gli artigli: “Che cazzo dici? Stai attento a come parli! Non farmi incazzare!” Così, all’improvviso Ciop non ha mai preso soldi da Hope… che strano mondo è questo!
Va beh, lascio che continuino a sbraitarsi e vomitarsi merda addosso: direi che siamo alquanto lontani da una possibile riappacificazione. Ma non penso ci scapperà il morto, alla fine mi dan tutte l’idea di can che abbaiano e che non mordono. Hope non credo andrà dalla police, così come Ciop non farà ammazzare Hope. Almeno, è l’idea che mi son fatto io: le reciproche minacce mi sembravano così decisamente plateali da perdere la livrea di attendibilità.
Approfitto di un attimo di tregua verbale per mettere in moto: tutta la discussione sarà durata un venti minuti circa.
Saluto cortesemente le due signorine fuori dall’auto, Ciop e l’Allieva, che altrettanto cortesemente rispondono al saluto, mentre Hope se ne sta zitta: la scena è abbastanza surreale.
"Portami a casa" mi fa Hope con un filo di voce.
Mentre la porto a casa, con lei tristissima che guarda nel vuoto e io che non so che dirle, mi viene un’idea: "che ne dici se..." 
CONTINUA

4 commenti:

Anonimo ha detto...

Maledetto te! Non puoi concludere un post con un cliffhanger come questo! La mia giornata di domani è rovinata in partenza! :P

Etico

Anonimo ha detto...

OT : 20 minuti fermo in macchina fronte putt@n@? e nessun timore della polizia (quella reale) che passi per prendersi 500 euro di multa per le stupide ordinanze antiprostitute ? qua a Veenzia a volte basta fermarsi oltre i 2 minuti per essere "beccati" subito...

Anonimo ha detto...

Con cosa vi fermate? Col motoscafo?

venexiano ha detto...

con nome di Venezia è compresa la terraferma veneziana : ovvero Mestre e Marghera , di cui ai bei tempi ,ospitava oltre 300 lavoratrici ogni sera ... in auto , non col motoscafo :D , le escort , quelle si che lavorano in laguna ( la Venezia che tutti conoscete, quella sul mare, che comprende anche il Lido di Venezia e le varie isole come Murano , Burano , etc), ma ovviamente hanno prezzi "veneziani" per turisti made in japan o russian ...

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